Prime esperienze, primi casini. - Racconti Erotici

Prime esperienze, primi casini.

... l'appunto - si chiama anch'essa Giada.Circa dieci anni dopo i fatti precedentemente narrati rincontrai, in presenza di altri amici, Giada (la figlia del signor Valerio per intenderci), ad una festa campestre. In quella occasione lei mi si parò davanti e, con atteggiamento risentito, mi disse: "Toh chi si rivede, oramai sei diventato grande vero? Alla fine sei riuscito a metterti insieme ad una che si chiama come me! evidentemente era questo il tuo destino".Poi, senza aggiungere altro, si girò e ritornò dal marito che era seduto li vicino.I miei amici mi guardarono, sbigottiti da quelle parole, e mi chiesero che cosa avessi combinato con lei. "Niente", risposi con evidente imbarazzo. "Sono solo parole spiritose e fuori luogo".Mentivo sapendo di mentire, a me stesso prima che agli altri. Quelle sue parole avevano richiamato in me tutta una serie di brutti ricordi personali e anche delle altre cose, ben poco edificanti, di cui ero venuto a conoscenza solo successivamente.L'odio che Giada nutriva per Martina, ad esempio, era determinato dal fatto che le due non erano realmente sorelle: infatti la secondogenita era figlia di un tradimento perpetrato dalla madre nei confronti del signor Valerio, perennemente assente da casa e impegnato - a quanto pare - anche esso in relazioni extraconiugali.Giada, però, era l'immagine fotostatica di suo padre e, quindi, anche dei suoi vizi. Venni a sapere che la sua carriera in una importante struttura pubblica della città, era il frutto di una relazione, neanche troppo clandestina, avuta con un importante manager; come al solito lei si dimostrò una perfetta opportunista e calcolatrice, disposta a passare sopra tutti e tutto per il proprio tornaconto.Tornai a casa dalla mia Giada, dalla mia compagna di allora e di oggi, e ringraziai il destino, o chi per lui, di avermi tenuto lontano da quello schifoso nido di serpenti.