1. Bisonti della strada - 2


    Data: 10/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... ridacchiò.
    
    “Sapevo che lo avresti fatto, sei una vera puttana mangiacazzi!”
    
    Io gli roteai contro il bacino, ronfando come una gatta soddisfatta… e ne avevo ben
    
    d’onde, con quel topone che avevo preso in trappola!
    
    “Cazzo, che troia!, esclamò lui ammirato – Te lo stai già godendo… Adesso non vuoi più
    
    che mi levo, vero?”
    
    “No…”
    
    “Adesso ti piace il mio cazzone nel culo, vero?”
    
    “Sì…”, ronfai.
    
    “E vuoi che ti scopo, vero?”
    
    “Sì…”
    
    “E allora chiedimelo tu, puttanella, chiedimelo per piacere…”
    
    Quella situazione, il suo cazzo piantato interamente nel mio culo, il suo peso addosso, il calore del suo petto sulla mia schiena, la sensazione di assoluta sottomissione al suo potere, era del tutto nuova per me e mi stava mandando letteralmente fuori di testa.
    
    “Per piacere…”, mormorai.
    
    “Per piacere, cosa?”, fece lui implacabile.
    
    “Per piacere, scopami…”
    
    Matteo ridacchiò e premette forte col bacino contro il mio culo, ormai docile e impaziente.
    
    “Bene, così mi piace…” disse e cominciò a muoversi avanti e indietro, lentamente per permettere al mio sfintere di rilassarsi e godersi i piaceri dello stiramento e del massaggio.
    
    Io smaniavo sotto di lui, sentendo il suo bastone scorrermi dentro e fuori, ardente e ponderoso, e gemevo di piacere ogni volta che sentivo i suoi coglioni pesanti tornare a sbattermi sul culo, mentre lui anfanava e grugniva come un toro nella foga della monta.
    
    Ad un tratto, si rovesciò di lato, sempre tenendomi stretto a sé ...
    ... e continuando la sua galoppata.
    
    “Fatti una sega, - ansimò – voglio sentire che mi stritoli il cazzo, quando vieni.”
    
    Allora me lo impugnai e presi a masturbarmi freneticamente. Ci misi poco a venire.
    
    “Aghrrrr!”, gemette forte lui, mentre continuava a pompare con l’uccello attanagliato nella morsa del mio sfintere contratto dagli spasimi dell’orgasmo.
    
    Poi il suo respiro si fece pesante e irregolare, le sue pompate si fecero più frenetiche finché, avvinghiandosi a me con le braccia e con le gambe, si contrasse in tutto il corpo, si scosse e premette il bacino contro il mio culo con tutte le sue forze, mentre la sborra gli si riversava fuori dal condotto pulsante, riempiendomi le budella. Gli scatti del suo cazzo in eiaculazione si trasmisero al mio sfintere sovraeccitato e di qui in ondate languorose nei coglioni e via via in tutto il corpo, prolungandomi il piacere dell’orgasmo.
    
    Una volta finito, Matteo continuò a tenermi stretto a sé, finché il suo cazzo smollato non mi venne fuori dal culo con un plop bagnato, lasciandomi con un senso di vuoto non soltanto fisico…
    
    Allora mi girai faccia a faccia e rimasi a guardarlo, non sapevo che fare. Fu lui a togliermi dall’incertezza: aprì gli occhi, ancora ansimante, mi sorrise e mi abbracciò forte. Poi portò una mano fra le mie chiappe e mi infilò due dita nel buco ancora frollo.
    
    “Che figa, ragazzi!”, mormorò.
    
    Ci assopimmo, stretti l’uno all’altro nell’angusta brandina. Mi svegliai poco dopo l’alba, ritrovandomi ...
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