Tendenzialmente donnaccia
Data: 18/10/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Miriana
... Per un brevissimo tempo, pensai che Tony si sarebbe rifiutato di lasciare sua sorella da sola, ma poi, pressato da lei, si lasciò convincere. Ovviamente, devi prestare un tuo abito a Miriana, sorella. Dove ci rechiamo a cenare, non sarebbe certo opportuno che lei si presenti in minigonna … ” --- “ Bene, allora vai ad aspettarla in salotto, mentre io le faccio provare qualche mio vestito. Appena è pronta la mando giù ” disse, mentre lo spingeva fuori dalla camera. Non ci volle molto a prepararmi visto che l’abito era già stato scelto nelle varie ore trascorse ad attendere il suo rientro. Un completino nero così attillato da togliere il respiro, scollatissimo, sul seno, e che sotto lasciava scoperte appena le ginocchia. Come intimo avevo indossato le classiche brasiliane per non farmi segnare i glutei dal bordo elasticizzato di normali mutandine. Mentre invece ero stata costretta ad evitare di mettere il push up perché le misure di Clara, sono molto ridotte in confronto alle mie. Poi, comunque, il mio seno non ha bisogno di alcun sostegno. Rimane eretto, particolarmente quando sono eccitata. L’espressione di Tony, nel vedermi, era stato più eloquente di qualsiasi commento. Deglutì almeno un paio di volte, come se tentasse di schiarirsi l’ugola, poi, con un filo di voce, raccomandò a sua sorella di chiudersi bene in casa e di azionare l’anti intrusione, mentre noi eravamo assenti. “ Vai pure tranquillo a cenare con la mia amica Tony, e non preoccuparti per me. Prendo una ...
... pasticca e vado subito a dormire ” lo rassicurò Clara, facendogli intendere furbescamente di non affrettarsi a rientrare … “ Okay! Allora a domani, sorellina. Dormi bene …! ” la salutò, porgendomi il braccio per accompagnarmi fino all’auto, la meravigliosa limousine che già ci aspettava fuori con tanto di autista a bordo. Dopo avermi aperto la portiera della macchina, aiutata a salire, s’era poi seduto accanto a me avvicinandosi considerevolmente, proprio come se l’auto fosse stata un’angusta utilitaria, strusciando la sua coscia contro la mia. “ Portaci in centro, Alfredo, al Real ………. ” ordinò all’autista con l’interfono, il quale al di là del vetro divisore, accennò di si con la testa. “ E non t’affrettare. Vai pure con comodo, tanto è ancora presto. Ho prenotato solo per le vent’uno e trenta … ” continuò, sicuramente per farmi intendere che desiderava stare un po’ di tempo in mia compagnia, senza gente intorno. “ Per me va bene, visto che non ho ancora appetito ” lo rincalzai, sempre più deliziata intimamente da quello struscio che continuava ad infliggermi senza sosta, colpevolizzando il rullio dell’auto dovuto alle buche stradali. Avessi dato retta alla mia volontà, gli sarei saltata addosso già in auto, ma l’intesa che avevo con sua sorella, era quella di lasciare a lui il compito di corteggiarmi, in modo che, l’impegno, lo tenesse il più possibile lontano da le,i la quale, nel mentre, avrebbe avuto la possibilità di vedersi con mio fratello. “ Se Clara mi avesse detto di ...