Ricordi di pivello. 02. settimana bianca
Data: 19/10/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: pierpatty6151
... pensarlo mi fa impazzire di voglia... ti salterei addosso adesso".
Io rimango frastornato, con il cuore a mille, e anche il mio "fratellino" rimane fermo non capendo bene il discorso della donna.
Siamo arrivati, saltiamo giù e i discorsi non possono proseguire. Troviamo, o aspettiamo gli altri. C'è il solito chiacchiericcio su che pista prendere, la rossa o la nera. Decide mio padre, lanciandosi per la pista rossa. Tutti lo seguiamo. Io non sono concentrato sulla pista, ho ancora nelle orecchie e in testa la sconvolgente proposta erotica di Anna. Sverginare un maschio, mah questa non l'ho mai sentita.
La velocità aumenta. Un avvallamento non presa bene e mi prodigo in una spettacolare nuvola di neve. Uno sci colpisce il polpaccio, nulla di grave, spero, ma fa male molto male.
Qualcuno mi aiuta a mettermi in piedi. Mio padre, preoccupato, mi aspetta più in basso. Lo raggiungo, e dopo le solite domande di rito, proseguiamo la discesa molto lentamente. Finalmente arriviamo al campo Baby, all'arrivo dell'Ovovia. Sono tutti vicini a mia madre, che non vedendomi arrivare come una scheggia, già era certa dell'incidente.
Mi accompagnano al punto di pronto soccorso, dove gli infermieri costatano solo una grossa botta, e mi consigliano riposo assoluto, per un paio di giorni.
La sdraio mi aspetta. Che palle veder sciare gli altri. Continuo a ripercorrere la proposta di Anna, che mi vuol sverginare, strana situazione pensavo che succedesse sole alle donne. Tuttavia la ...
... cosa mi piace, anche se non capisco che e chi dovrebbe fare che cosa. La cosa certa è che dovremmo esserci entrambi.
Rimuginando questi profondi pensieri, trascorro la giornata, fermo al sole, coccolato da mia madre e dalle sue creme antiarrossamenti.
Mentre Antonio non molla le due belle tedescone. Cazzo come lo invidio.
A metà pomeriggio le nuvole iniziano a nascondere il sole e la temperatura scende. Così decidono di accompagnarmi in baita. Mentre gli altri continuano a sciare. Detesto scendere appeso in aria, ma non sono in grado di scendere a valle, seguendo la stradina che si snoda nei boschi, sciando.
Hanno organizzato tutto al meglio: mio padre scende e va a prendere la macchina; io scendo con mia madre mi aiuta, e Anna si occupa degli sci e zainetti miei, suoi e di mio padre.
Anna ed io sediamo uno di fronte all'altro, vorrei parlarle, desidero sapere qualcosa in più, vorrei baciarla accarezzarla, ma non posso fare nulla, c'è mia madre. Si chiacchiera del mio dolore, della stupidata che ho fatto, di quanto potrò rimettermi gli sci.
Arrivati in baita, mi sistemano sul divano, e mi aiutano a togliermi la tuta da sci. Rimango con Anna in box e maglietta, mentre mia madre va in camera a prendermi qualcosa da indossare. E Anna esordisce:
"Che bell'infortunato che abbiamo"
Mi accarezza la gamba sana e risale sotto i box, raggiungendo e accarezzando sapientemente l'amichetto, che gradisce rispondendo nel solo modo che conosce: indurendosi.
"Almeno ...