1. La Incredibile e Triste Storia Della Candida Michela


    Data: 03/11/2017, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Autore: MarcoB, Fonte: RaccontiMilu

    ... cambiati qui. Così posso aiutarti a sistemarlo bene.”Michela esitò, poi, di nuovo, per non fare la figura della bambina cominciò a spogliarsi.“Qui ci vogliono delle calze…..velate …….grigio scuro ……autoreggenti….. Aspetta. Te ne prendo un paio. “ disse Giorgio e filò a prendere le calze. Tornò rapido e trovò Michela in tanga e reggiseno. Le allungò le calze che Michela indossò svelta. Era veramente bella! Michela si guardò nello specchio e si trovò molto diversa, una bellezza piena e consapevole, una donna da sogno.Non si accorse che Giorgio le si era avvicinato e cominciava ad aggiustarle le calze. “Poca esperienza con le autoreggenti, eh?”. Giorgio con le mani afferrava le cosce di Michela e agitandole cercava di rimettere diritte le calze. Salì con le mani fino ad arrivare a sfiorare la sua figa, provocandole un leggero sussulto e un lieve rossore sul volto.Giorgio la guardò e sorrise. “Sei sensibile? Forse è il lembo del tanga che ti dà noia. Te lo sistemo subito.” Così dicendo infilò le dita sotto il tanga proprio sulle grandi labbra di Michela che cominciarono ad inumidirsi ed un brivido di piacere le salì dalla passerina fino al cervello.“Ohh, si, si, sei proprio molto sensibile - disse Giorgio che si era accorto di quel brivido – vediamo…… vediamo. Che sapore ha?” e velocissimo avvicinò la sua lingua alla passerina di Michela.“No, no, la prego signor Giorgio. Mi lasci stare…..” implorò Michela. Ma era tropo tardi. Giorgio aveva già scostato il tanga, divaricato le ...
    ... grandi labbra ed aveva cominciato con la lingua a titillarle il clitoride. Sembrava sapere quali pulsanti premere, con una scioccante sensibilità ed infinita pazienza nel saper attendere e rispettare i tempi.“No, no, no … la prego …. no, no … mi lasci!!” continuò Michela che, in quella situazione, si sentiva un po’ puttana. Non si stava dimostrando degna della fiducia che le aveva accordato la signora. Si sentiva una puttana, ma era terribilmente attratta da quella lingua e da quel massaggio vigoroso sulla sua passerina. Fu tutto inutile. Tra gemiti di piacere e interruzioni del respiro e del battito cardiaco, Giorgio continuava a leccare e a torturare. Michela si opponeva, a parole con forza, ma era combattuta se tenere la testa di Giorgio tra le mani e accarezzargli i capelli, oppure dargli una ginocchiata e fuggire via, in mutande e reggiseno, ma fuggire da quel diavolo di uomo.Giorgio la teneva per le chiappe, la stringeva a se in modo che non indietreggiasse quando spingeva con la lingua. Michela, gemeva silenziosa ed il respiro seguiva il ritmo della attività della lingua, allargava le belle gambe affusolate per favorire la lingua di Giorgio e poi, pentita, le richideva. Se qualcuno avesse visto quella scena avrebbe pensato che erano amanti da lunga data, tale era il sincronismo tra lingua di lui e gemiti di lei, tale era la leggerezza e la naturalezza con cui lei gli accarezzava la testa e lui le torturava le chiappe facendole inarcare il corpo.Poi Giorgio si alzò in ...