Rivoluzione
Data: 06/11/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis
... bellissimo e il sorriso triste ma tuttavia invitante. Per un solo istante, Alexandré si concesse di sognare. Poi scosse il capo. -Madame, sono venuto a prenderti per ordine del Tribunale Rivoluzionario.-, enunciò. -Monsieur, non abbiate tanta fretta. Pensavo voleste beneficiare di un bicchiere di vino, e permettermi di beneficiare della compagnia di un vecchio amico.-, ribatté lei. Lui la guardò. Le mani erano aperte al termine delle braccia distese. Nessun modo di nascondere pugnali o altro. -Fuori dalla tua proprietà ci sono i miei uomini. Non sarebbe bene se dovessi farli intervenire. Un banalissimo bicchiere di vino va bene, ma poi dovrai seguirmi.-, disse infine. Lei annuì. Entrò per prima, le mani bene in vista, come a voler sottolineare l'assenza di oggetti contundenti o armi improvvisate. "Che diavolo vuole? Dubito mi abbia invitato qui a prendermi un normale bicchiere di vino, é quasi troppo tranquilla...". Mentre la De Santis versava il vino, Alexandre guardò quella stanza. Era invero decorosa e pulita. Si era sbagliato. -Le tue domestiche sono rimaste al tuo servizio?-, chiese mentre la nobile tornava col vino. -Ahimé, no! Esse son fuggite, come la nuova legge permette loro.-, disse la giovane. Alexandre annuì. Bevve il proprio bicchiere rapidamente. -Monsieur, non vi é proprio nulla che io possa fare per convincervi a non condurmi alle carceri?-, chiese con sguardo supplichevole I. De Santis. Alexandre ricacciò in fondo alla mente i pensieri lubrici che gli erano ...
... venuti e scosse il capo. -Disgraziatamente, sebbene io serbi un ottimo ricordo di te, la nazione lo richiede.-, disse. I. annuì. Sembrava persa nei propri pensieri. Il giovane si accorse che non erano seduti ai lati del tavolo, ma fianco a fianco. La nobile sorseggiò il suo vino con calma. Come se avesse avuto tutto il tempo di questo mondo. C'era qualcosa che non quadrava ma Alexandré sapeva che, se fosse stata una trappola, la sua morte non avrebbe cambiato alcunché: i suoi uomini avevano ordine di entrare se non dato segno di vita entro un ora. In più, avevano circondato interamente l'abitazione. I. De Santis era al capolinea, in un modo o nell'altro. -Madamé, il vino l'abbiamo bevuto. Su, é tempo che mostri la dignità della tua stirpe, morendo come quelle matrone romane morivano onorevolmente.-, disse. Non lo disse senza rimpianto e la De Santis dovette accorgersene. Si alzò solo per crollare in ginocchio, davanti ad Alexandré con un espressione servile. -Per pietà... farei qualsiasi cosa!-, esclamò Solo allora il giovane si accorse che il viso della donna era a pochissima distanza dal cavallo dei suoi calzoni e che, contrariamente a ogni possibile regola di buon costume, la testa di I. poggiava a tratti su quella zona. -Alzati, madamé, non é un comportamento decoroso!-, esclamò facendo appello alla sua nobiltà. I. De Santis gli sorrise. Maliziosamente. E il giovane sentì quel pensieri farsi mille e mille volte più forti. Sospirò. Non doveva cedere... Ma quanto tempo era ...