1. Alla corte del Duca


    Data: 08/11/2019, Categorie: Etero Lesbo Dominazione / BDSM Autore: davesun, Fonte: RaccontiMilu

    ... cavigliera. -Ora ti facciamo vedere noi puttana! Piantala di scalciare, vedrai, ti piacerà!! Disse sempre quello coi baffi, mentre l’altro aveva stampato sulle labbra un ghigno maligno. Elena sentì uno strano sibilo nell’aria; un istante dopo uno schiocco tremendo, e dalla guancia dell’uomo che ora non sorrideva più cominciava a sgorgare copioso il sangue dalla ferita. -Allora? Quella è roba mia, e non si deve toccare! Disse l’omino, la frusta ben salda nella sua mano destra. Mentre uno dei due si teneva la guancia con la mano, l’altro estrasse velocemente un coltello -Brutto bastardo, ora ti apro la pancia!! E con fare minaccioso, il coltello brandito davanti a sé, fece per avvicinarsi all’omino; ma questi fu più veloce, e la frusta sibilò ancora una volta, avvolgendo la mano che teneva l’arma e subito dopo strattonandola, facendogliela cadere. -Voi pensate che io possa fare questo lavoro senza potermi difendere e senza poter difendere ciò che è mio? Disse l’uomo, mentre volteggiava nervosamente la frusta nell’aria. -Per questa volta non vi uccido, ma posso sempre cambiare idea! In fin dei conti stavate frugando nel mio carro, quindi per me siete due ladri…. Ora filate, e non fatevi più vedere! I due uomini si allontanarono mestamente dal carro, mentre l’omino infilava la testa nella tenda. -Va tutto bene? Elena, spaventatissima, stava ancora rintanata sul fondo del carro, le braccia ad avvolgere le ginocchia in un gesto estremo di difesa: scosse la testa in segno di ...
    ... assenso, mentre lui osservava i capelli arruffati di lei e la sporcizia in cui era obbligata a stare, sentendo nelle narici l’odore acre dell’urina che riempiva il carro. -Resta buona ancora oggi. Stasera saremo arrivati, e potrai mangiare e lavarti. Richiuse velocemente la tenda, e pochi minuti dopo il carro riprendeva la sua marcia verso una destinazione ad Elena sconosciuta ma ormai agognata. ……….. Era pomeriggio inoltrato quando il carro finalmente si fermò; Elena aveva sentito gridare “Aprite, c’è il capo!” poi il cigolio di un grande portone, e il carro che di nuovo avanzava per qualche minuto. Il telone venne finalmente aperto, mentre l’omino la scioglieva dalla catena che per quei due giorni era stata sua compagna di viaggio. I polmoni della ragazza si riempirono di aria finalmente pura, mentre il suo sguardo correva in lungo e in largo per studiare quel posto. La grande casa su due piani faceva una grande “U” intorno al cortile dentro cui ora si trovava; tutto intorno sulla balconata in alto gerani rossi coloravano la facciata spoglia, mentre galline, oche e cani scorrazzavano liberamente nell’aia. Sulla destra vide il rimessaggio dei carri, con a fianco la stalla per i cavalli. -Mamma mia come puzzi ragazza, hai bisogno di una bella ripulita! La voce della donna la distolse dalla sua analisi, mentre riusciva persino ad abbozzare un sorriso a mò di scusa. -Seguimi forza! Elena cominciò a camminare, le gambe intorpidite dalla lunga inattività e i piedi scalzi: le sue zoccole ...
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