1. Alla corte del Duca


    Data: 08/11/2019, Categorie: Etero Lesbo Dominazione / BDSM Autore: davesun, Fonte: RaccontiMilu

    ... le aveva infatti perse nello scalciare quando era stata portata via da casa sua, dalla sua vita. Fu condotta in una stanza al piano terreno dove una grande tinozza in legno campeggiava nel centro della stanza, già piena d’acqua. -Spogliati e infilati li dentro! Muoviti, non farmi perdere tempo! Le disse ancora la donna in modo burbero. Elena obbedì, togliendosi il vestito che aveva addosso da due giorni; poi salì sulla scaletta e cominciò col mettere un piede nell’acqua, sentendola gelata. -Ahaha, la principessa voleva un bagno caldo forse?? – La canzonò la donna – dai infilati dentro e comincia a lavarti e fallo bene, non voglio vedere nessun angolo sporco quando esci! Le ultime parole gliele disse mentre le porgeva una saponetta e una spugna ruvidissima. Poi prese con due dita i suoi vestiti, come fossero infetti -Questo schifo lo bruciamo subito, prima che ci prendiamo tutti le pulci! E si allontanò, lasciandola sola. L’acqua era veramente gelata, e Elena cercò di fare il più veloce possibile a ripulirsi. Grattò velocemente tutta la sua pelle con spugna e il sapone, si sciacquò i capelli e quando finalmente ebbe finito e si tirò su per uscire la sua pelle era tutta arrossata per il freddo e per il forte sfregamento. Nel frattempo la megera era tornata tenendo in mano un vestito che più che tale sembrava un sacco ruvido. -Tieni, metti questo! Le disse porgendoglielo. Elena arrossì, poi chiese -E le mutande? -La donna si mise a ridere, una risata acida e cattiva ...
    ... -Bella, qui non è mica una boutique! Metti quello e non rompere! Rassegnata, la ragazza si infilò quello strano vestito ancora sulla pelle bagnata. -Seguimi! La donna si incamminò con Elena dietro; passarono diversi locali, poi presero una scala in discesa che, come scoprì poco dopo la ragazza, portava a un seminterrato che era una specie di prigione. Le stanze piccole erano composte da un tavolato che faceva le veci del letto e un secchio per i bisogni; alla finestra delle robuste sbarre di ferro impedivano eventuali fughe. -Tra poco vi porto da mangiare! Buona giornata! Disse la donna, e un secondo dopo la porta si chiudeva a doppia mandata e l’eco dei passi che si allontanavano si fece più lontano. Nel silenzio più totale, seduta sulla panca, sentì un sussurro: -Ehi, ragazza nuova! Come ti chiami? -Dici a me? –rispose, sempre sussurrando come aveva sentito fare all’altra -Si a te! Come ti chiami? -Elena e tu? -Io sono Sabrina -Siamo solo io e te? -No, siamo una decina qui dentro! Elena fu felice di sapere che erano in tante, la cosa le diede un po’ di coraggio. La sua nuova amica continuò: -Sei fortunata, tra pochi giorni ci sarà il mercato! Pensa che io sono qui da quasi venti giorni! Una voce interruppe il dialogo: -Allora?? Lo sapete che è vietato parlare! Silenzio o vengo li! La conversazione si interruppe volontariamente, per poi riprendere dopo un po’ di tempo. Elena scoprì che a Sabrina e a Giulia, le sue vicine di cella e le uniche che poteva in qualche modo sentire ...
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