Schiavo di una dea Pt.1
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti
Mi chiamo Michele, ho 24 anni e questa è la mia storia. Era un pomeriggio come mille altri passati nel mio solito villaggio turistico del Salento, ormai ci andavo da 15 anni. Come ogni giorno, tornavo da mare verso casa con le mie amiche Valeria, Marta ed Erika. Erika, con i suoi 15 anni è la più piccola del gruppo. Era il suo primo anno al villaggio, ma era entrata nel nostro gruppo subito in quanto cugina di Marta. Alta sull’1.70, lunghi capelli neri e occhi verdi, era carina in viso, ma non raggiungeva la bellezza della cugina, di cui era leggermente anche più in carne. Sfoggiava in bikini anche il suo bel decoltè, una terza abbondante. Mi ero accorto fin dal primo giorno che la ragazzina aveva un debole per il sottoscritto e a me, sinceramente, non dispiaceva avere un piccola bella adulatrice. Ma le cose erano precipitate la sera prima in cui, lasciati soli, eravamo arrivati ad un bacio. Io, però, mi sono subito pentito del gesto: Erika mi piaceva fisicamente, ma mentalmente era troppo piccola, ragionava ancora come una bambina capricciosa. E poi mettermi con una 15enne? Che figura avrei fatto davanti agli altri? Specialmente davanti a Marta, che era per di più la cugina grande. Le dissi “Erika tu mi piaci e ti voglio bene, e proprio per questo ma penso che quello che è successo sia un errore…è meglio che restiamo amici”. Lei non l’ha presa bene…è scoppiata in lacrime e da allora non mi ha rivolto più parola. A tre giorni dall'accaduto decisi di andarla a trovare per ...
... scusarmi, l'ultima cosa che ricordo è il suo viso sogghignante percepii poi uno strano dolore addominale e sentii come se stessi fluttuando nell'aria. Caddi, infine, a terra e quando mi rialzai lo spettacolo fu a dir poco agghiacciante: tavoli e sedie alti come palazzi di decine di piani, soffitto alto come il cielo e, poi, la gigantesca Erika davanti a me, più imponente di un grattacielo. Guardai davanti a me i suoi piedoni titanici; calcolai di essere alto più o meno quanto il suo alluce…già per arrivare a vedere il suo ginocchio dovevo piegare il collo all’indietro fino a farmi male. Il mio sguardo saliva sul suo addome piatto fino alle tette grandi quanto due montagne, le quali mi nascondevano in parte la visione del ghigno, poco rassicurante, del suo viso. Ad un certo punto, un boato mi travolse “Michele, ma guarda quanto ti sei fatto piccolino! In confronto a me sei praticamente una formichina! Potrei schiacciarti sotto ognuna delle dita dei miei piedi, o delle miei mani o sotto una delle mie gigantesche tette…ahahahaha!”. Detto questo, tolse il piede destro dall’infradito e lo alzò decine di metri su di me; io, che fino ad allora avevo guardato quello spettacolo impietrito, d’istinto cominciai a scappare; ma poco dopo, il suo gigantesco piedone si schiantò davanti a me, facendomi cadere all’indietro per lo spostamento d’aria. “Microbo, dove credi di andare?! Non capisci che da me non puoi scappare: sono migliaia di volte più grande di te e milioni di volte più forte…tu sei ...