1. Schiavo di una dea Pt.1


    Data: 15/11/2019, Categorie: Feticismo Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti

    ... piedi di una dea. Scavalcai con agilità il bordo della ciabatta e mi avvicinai alle dita di Marta e, in particolare, al titanico alluce, alto sui 2 metri. Cominciai a toccarlo dolcemente con entrambe le mani e contemporaneamente urlavo: “Martaaaaa! Sono qui! Sulla tua ciabatta!”. Nessuna reazione. Cominciai, quindi, a toccare con sempre più forza, fino a arrivare a dare pugni e calci su tutte le dita. Niente da fare, aveva ragione Erika, ero diventato un insetto insignificante sulla ciabatta della mia amica, al punto da non riuscire a fare percepire la mia presenza nemmeno usando tutta la mia forza. Allora pensai che la cosa più sensata da fare fosse trovare un rifugio tra quelle dita e aspettare un momento migliore per farmi notare, allontanandomi nel frattempo dal pericolo n.1 costituito da Erika. Mi feci spazio, quindi, tra il secondo e terzo dito e mi misi lì tranquillo. Subito dopo però il piede cominciò ad oscillare sempre più velocemente: Marta doveva aver avvertito la mia presenza e doveva averla scambiata per quella di un minuscolo insetto o di un sassolino e stava, giustamente, cercando di espellermi dal suo piede. Provai ad aggrapparmi al dito medio, ma la forza esercitata dalla gigantessa era troppa per un microbo delle miei dimensioni e caddi sulla ciabatta, scivolando verso la pianta del piede. Vidi l’enorme massa che copriva tutto il mio campo visivo avvicinarsi inesorabilmente e pensai davvero che fosse finita. Schiacciato come una formica sotto il piede della ...
    ... ragazza che fino a qualche ora prima provavo a corteggiare… quando la pianta del piedone arrivò a contatto con il mio corpicino, così pulita e profumata, d’istinto la baciai e mi consolai del fatto che alla fine ero riuscito a baciare Marta in qualche maniera prima di essere schiacciato da lei stessa. Ma, incredibilmente, non appena mi toccò, il piede si fermò e, poi andando prima indietro e poi avanti, mi scagliò via. Marta era una ragazza dotata di tanto buonsenso da risparmiare il piccolo insetto che si era insinuato tra i suoi bei piedi. Le devo la vita. Mi ritrovai in aria, scagliato come un proiettile dal piede di Marta in direzione di Valeria. Fortunatamente la caduta non fu traumatica, dato che atterrai sul morbido cuscino delle sua sedia. Neanche il tempo di rendermi conto di dove fossi, che cominciai a scivolare verso lo sconfinato sedere di Valeria, il quale con la sua enorme massa creava un avallamento nel cuscino. Arrivai fino a toccare il pantaloncino corto che avvolgeva le curve ben pronunciate della gigantessa. Da lì la mia vista si esauriva al gluteo destro di Valeria e sorgeva in me la paura di finire in poltiglia sotto il fondoschiena della mia migliore amica. Di scalare quella montagna non se ne parlava: non ce l’avrei mai fatta e sarebbe bastato il più insignificante movimento di bacino di Valeria a farmi precipitare giù. Poi ebbi un’illuminazione: dalla tasca del pantaloncino usciva la corda che reggeva il pennino del cellulare touch della ragazza, e la ...
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