Schiavo di una dea Pt.1
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti
... e io assalii il suo piede destro di leccate e baci, abbastanza velocemente, ora che vedevo le sue dita dall’alto dei miei 3 cm. “Che ne dici, microbo, di continuare il viaggio sotto il mio piedone?”. Senza farmelo ripetere, mi posizionai sotto le dita del piede. “Hahahaha, microbo, stavo scherzando! Mi fa piacere di averti ridotto ai miei piedi in un solo giorno, in ogni senso!”. Mi prese e mi posizionò sull’altro seno. “Ci vediamo a casa, schiavo”. Il reggiseno si chiuse e fu di nuovo il buio. Nella seconda parte del viaggio, un po’ per la noia, un po’ perché non riuscivo più a contenere l’eccitazione, venni per ben 2 volte, all’interno di quel paradiso. Di gran lunga il viaggio più bello della mia vita. Arrivammo a casa di Erika dopo la mezzanotte. La gigantessa, appena entrata in camera, si levò i panni e si gettò sul letto. Mi estrasse dal suo seno. “Microbo, finalmente soli!” mi disse tenendomi tra pollice e indice davanti alla sua faccia “Piaciuto il viaggio nella mia tettona?”. Feci ampi segni di si con la testa. “Il mio viaggio non è stato altrettanto comodo, sono tutta indolenzita! Adesso vado a farmi una doccia, ma quando torno voglio che da bravo schiavetto rilassi tutti i muscoli della tua padrona, altrimenti la prossima volta viaggi sotto il mio piedone, come si conviene ad un insetto delle tue dimensioni!”. Erika mi lasciò sul letto e uscì dalla stanza. Osservai il mondo intorno a me: il letto dava uno dei suoi lati lunghi al muro, mentre dall’altro c’era un ...
... comò; sul muro opposto della stanza c’erano l’armadio e una cassettiera; a km da me, sul muro opposto a quello del comò c’erano una scrivania con pc e mensole con i libri. Sapevo che quelli sarebbero stati i confini del mio mondo per un bel po’. Boati in lontananza mi annunciavano l’avvicinarsi di qualcuno e, infatti, qualche, istante dopo, la porta della stanza si aprì, rivelando la mastodontica figura della mia padrona in accappatoio. Sentivo il letto vibrare, a ogni suo passo, sempre più forte mentre lei si avvicinava, diventando sempre più grande e mettendo in ombra il mio minuscolo corpicino con la sua mole immensa. Si fermò davanti a me e vidi che cominciava a sfilarsi l’accappatoio. Io immediatamente mi girai di spalle, non volendo invadere la sua privacy. Un boato mi riprese dall’alto: “Cosa c’è microbo? Non hai mai visto una gigantessa nuda? Fossi in te mi godrei lo spettacolo…”. Non mi feci pregare e mi voltai. Proprio in quel momento Erika fece cadere l’accappatoio, provocando un tornado profumato alla pesca che mi fece cadere a gambe all’aria. “Ha-ha, non smetterò mai di sorprendermi di quanto sei debole, microbo”. Quando mi rialzai lo spettacolo era estasiante: colossale, gigantesca, titanica, nuda, Erika mi guardava dall’alto; al di sotto del viso dai lineamenti sottili, i due seni-montagne che mi avevano accolto per tutta la giornata, rassodati dall’acqua; poi lo sconfinato addome piatto che finiva nella foresta amazzonica dei suoi peli pubici; infine le massicce ...