Schiavo di una dea Pt.1
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti
... miei umili servigi. Ora come ora non mi sento neanche degno di essere calpestato dal suo piede come il più minuscolo degli insetti. Grazie per l’onore che mi sta offrendo concedendomi di essere il suo microscopico schiavo. E sappia che nella mia vita non c’è altro obiettivo che soddisfare ogni suo desiderio. Per sempre”. Vidi Erika rimanere letteralmente a bocca aperta per qualche momento. Poi mosse la mano verso di me e mi afferrò con violenza. Per un attimo temetti che avesse capito le mie intenzioni e volesse punirmi. Invece mi portò davanti al suo viso, avvicinò le labbra voluminose e bagnate, da sole capaci di coprire l’intero volto, e mi schioccò un gigantesco bacio. “Microbo, sei lo schiavo perfetto” disse. Spense la luce, si distese a letto sul fianco destro e mi abbracciò al suo petto, come un orsacchiotto. Nel buio e nel silenzio della stanza, assaporavo il suo profumo e il contatto con la sua pelle fresca. Il mio viso era completamente immerso nel titanico seno destro, molto più morbido di un cuscino, che mi cullava con il ritmico oscillare della respirazione; tutto questo mentre le braccia possenti mi bloccavano impedendo ogni movimento. Nonostante fossi diventato il pupazzetto di una ragazzina quindicenne, non si può negare che quello fosse un bel modo di concludere la giornata. Erika si addormentò subito, provata per il viaggio, mentre io, avendo dormito molto nel soffice santuario delle tette della gigantessa durante il viaggio, non avevo molto sonno. ...
... Ripensavo alle due giornate passate: alle umiliazioni subite, ma anche al piacere sessuale ricavato. Erano due facce della stessa medaglia e forse la seconda mi sarebbe servito per sopportare la prima, in attesa dell’occasione di guadagnare la libertà. In mezzo a quei pensieri, Morfeo stava per venire a prendere anche me. Senonchè, ad un certo punto, il soffice cuscino su cui poggiavo la testa, ovvero la tetta destra di Erika, venne a mancare…tutto si muoveva intorno a me e io mi ritrovai supino sul letto…un istante dopo un gigantesco peso cadde su di me: Erika si era girata mettendosi a pancia in giù, e mi stava schiacciando. Un peso decine di volte superiore al mio misero corpicino premeva su di me…fortuna che gran parte del mio corpo fosse circondato dall’enorme seno sinistro della gigantessa, che attutiva l’impatto con la sua morbidezza. Provai a muovermi, scalciare e tirare pugni in ogni direzione, per quel poco che mi fosse possibile da lì sotto, ma ciò non provocò alcuna reazione nella mia padrona. Stavo soffocando. Mentre mi muovevo disperatamente, la mia mano destra trovo una protuberanza nella titanica tetta della gigantessa: il capezzolo. Lo strinsi con tutte le dita, sapendo che si tratta di una zona ricca di innervazione sensoriale. Finalmente Erika si mosse. Lo strinsi ancora con più forza. Mi parve di sentire un “Ahi” e la gigantessa si alzò da me. Tornavo a respirare. Erika si rese subito conto di cosa aveva fatto: “Microbo, ti stavo schiacciando! Tutto bene?”. “Si, ...