Schiavo di una dea Pt.1
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti
... mia dea”. “Mi fa piacere. Ora torniamo a dormire piccoletto. Starò attenta a non schiacciarti” disse mentre mi riportava davanti alle tette mastodontiche. Io, però, non mi fidavo certo della sua fase REM e non avevo nessuna intenzione di rischiare di soffocare sotto le sue gigantesche bocce. Trovai subito una via d’uscita: “Padrona, secondo me quello che è successo è un segno. Io minuscolo schiavo non sono degno di dormire a fianco del suo seno divino, morbido e profumato. Conviene che io dorma nel posto che più mi spetta, cioè al sotto dei suoi magnifici piedi”. “Mmm, forse hai ragione microbo…”. Mi incamminai, quindi verso l’altra estremità del letto. Quando la raggiunsi vidi il piedone destro della gigantessa travolgermi e schiacciarmi contro il letto, comprendo quasi interamente il mio corpo: “Puoi abbracciarlo se vuoi sentirti meno solo…bacio della buonanotte!”. Abbracciai, per quel che potevo, il piedone e baciai l’alluce. Erika tornò a dormire, mentre io passavo la notte, come un cagnolino, a contatto con i suoi titanici piedi. La mattina dopo si verificò quella che sarebbe diventata una prassi: appena sveglia, Erika si faceva subito massaggiare e venerare i piedi; poi mi rimpiccioliva alla grandezza di 4 cm e mi chiudeva all’interno di una delle sue tette per andare giù a fare colazione; mentre si lavava faccia e denti, mi lasciava nuotare nella piscina “olimpionica” del lavello e, per evitare di ferirmi, invece di asciugarmi strofinandomi con l’asciugamano, faceva ...
... ella stessa da gigantesco phon col suo alito. Quella mattina, inoltre, la gigantessa svuotò il primo cassetto del comò e disse “Microbo, questa sarà la tua nuova casa!”. Prese una scatoletta rettangolare, tolse il braccialetto che conteneva, la foderò di fazzoletti a mo’ di lenzuola e la mise in angolo: non era difficile capire dove avrei dormito da quel momento in poi. Poi prese una specie di minuscola cassettiera, la svuotò del materiale di bijotteria contenuto, e la pose ad un altro angolo del cassetto. “Credo che ora ti serviranno dei nuovi vestiti, microbo”, mi disse guardando la t-shirt e il costume-boxer che portavo ormai da 3 giorni. Rimase un attimo a pensare e poi esclamò, con palese eccitazione, “Si va a fare shopping!”. Prese il ridimensionatore e rimpicciolì una sua t-shirt, un paio di scarpe di ginnastica e un jeans alla mia misura. “Indossa questi microbo, te li fatti a posta a misura XXXInsect!”. Mentre mi cambiavo, assistevo al magnifico spettacolo della gigantessa che faceva altrettanto, mostrando le sue belle curve grandi come golfi e promontori al mio cospetto. Top aderente, minigonna, scarpe con tacco 7, in una mano la miniborsetta, nell’altra io e fummo fuori casa. Appena fummo sul marciapiede, inaspettatamente, Erika mi poggiò a lato del suo piede destro, che con la complicità del tacco, diventava una visione imponente: il tallone si ergeva metri e metri sopra di me, mentre il margine esterno scendeva lentamente, fino ad arrivare alle dita, che erano ...