Schiavo di una dea Pt.1
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti
... corda scendeva quasi fino al cuscino. Mi mossi, quindi, in corrispondenza della tasca, pregando che a Valeria non venisse in mente di spostare proprio in quel momento il suo mastodontico “lato B”. Scalai quel po’ di distanza che mi separava dalla cordicella e mi strinsi ad essa saldamente. Sarebbe bastato che Valeria ricevesse una chiamata per essere notato. Circa un minuto dopo un terremoto scosse la corda a cui ero attaccato, e un tonante “ti-ti” mi stordì…vidi la gigantesca mano sopra di me estrarre il cellulare dalla tasca e portare il cellulare davanti a lei per leggere il messaggio. L'accelerazione fu tale che mi sentii come se stessi decollando su un areo e la mia presa non resse…mi trovai di nuovo catapultato in aria, stavolta in direzione verticale, arrivando a raggiungere persino lo sconfinato volto di Valeria, la quale non si accorse di niente intenta, come era, a leggere l’sms. L’atterraggio fu di nuovo fortunato: mi sentii affondare in qualcosa di morbidissimo e profumato, non ci volle molto a capire che ero caduto esattamente nello spazio tra i due seni di Valeria. Valeria già di per sé portava una quinta, ma visti dalla mia prospettiva di insetto, quelle due tette erano come uno sconfinato e soffice eden. Comunque non mi adagiai e mi misi a scalare quella montagna di carne, salendo verso la luce. Ben presto mi ritrovai sull’orlo del bikini giallo che quasi sembrava far fatica a contenere quegli enormi seni. In basso un vuoto da far paura portava alle sue ...
... cosce; in alto, lontano da me, il collo e il mento della gigantessa. “Valeriaaa! Sono qui, sulle tue tette” urlai a più riprese e invano, mentre pizzicavo e scalciavo la morbida pelle. Neanche da quella distanza riuscivo a farmi sentire. Mentre pensavo a come farmi notare dalla gigantessa, Valeria si alzò improvvisamente, e il movimento inerziale delle sue tettone mi fece fare l’ennesimo volo di giornata, stavolta verso il tavolo. Per la terza volta la fortuna mi assistì in quanto finii direttamente in un bicchiere di thè. Ma gli eventi fortunati finirono lì, perché non appena alzai lo sguardo vidi Erika sorridere guardando verso di me. Mi aveva notato. “Erika, ma che ti ridi?” disse Marta mentre le ragazze uscivano di casa “Niente, pensavo a una cosa” rispose Erika. Io intanto tremavo, mentre cercavo di stare a galla nel thè alla pesca, pensando alla terribile punizione che avrei ricevuto dalla “dea”. I passi di Erika rimbombavano sempre più vicini, finché non vidi spuntare il suo gigantesco busto, alto centinaia di metri, sopra il bicchiere che mi conteneva. "Che sete! Credo proprio che mi berrò un bel bicchiere di thè freddo” disse sghignazzando. Afferrò il bicchiere e in un attimo mi ritrovai davanti alla spaventosa visione della sua bocca spalancata, grande quanto una galleria. Ci finii dentro con il resto del thè, rischiando seriamente di affogare nella completa oscurità della bocca chiusa…d’un tratto un enorme “tappeto” viscido mi spinse verso l’alto, facendomi sbattere ...