Schiavo di una dea Pt.1
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti
... ora che ci penso, essere schiacciato dal mio piedone divino in queste dimensioni è quasi un premio per te…visto quanto sei debole non resisteresti un millisecondo!”. Tenendomi d’occhio si avvicino alla borsa, estrasse il modulatore molecolare, settò dei parametri e lo puntò verso di me. Alla scarica elettrica seguì il solito dolore addominale, poi cominciai a crescere…in breve tempo superai in altezza l’alluce del piede sinistro che si trovava davanti a me, e mi assestai all’altezza più o meno della caviglia, una decina di centimetri. Guardai in alto verso Erika, sicuramente meno gigante di prima, ma comunque imponente al punto che la visione del suo viso mi era ostruita dalle sue tette. “Bene microbo, adesso non solo soffrirai mentre ti schiaccerò come meriti, ma potrò anche sentire le tue urla di dolore” disse mentre un sorriso sadico si disegnò sulla sua bocca. Il fatto di poter essere ascoltato riaccese in me una piccola speranza. Gettando via quel che rimaneva nel mio orgoglio (se ne era rimasto qualcosa) decisi di prostrarmi davanti a quella quindicenne, che da ragazzina capricciosa in cerca di una storia con me era diventata la mia padrona assoluta. Mi inginocchiai e urlai: “Pietà, dea Erika, pietà! Prometto che non scapperò più e farò tutto quello che vuoi tu”. E lei dall’alto “Troppo tardi, pidocchio”. Alzò di nuovo il piede destro su di me. Io, quasi piangendo, “Ti prego mia dea risparmiami! Sarò il tuo schiavetto fedele…essere un microbo ai tuoi piedi è il più ...
... grande onore che la vita mi ha finora riservato!”. Erika non fece una piega e iniziò ad avvicinare il piedone mastodontico a me. Fu allora che decisi di giocarmi il tutto per tutto, anche se odiavo quello che stavo per fare. Corsi verso il piede sinistro di Erika e, dopo essermi inginocchiato, cominciai a baciarle e leccarle i polpastrelli delle dita. Il sapore acre del sudore mi riempiva la bocca mentre il fetore insopportabile mi riempiva i polmoni. Ogni tanto mi fermavo e urlavo frasi come “Mia dea pietà!” “Padrona, grazie per avermi concesso l’onore di baciare i suoi piedi divini” “Mia dea, l’unico scopo della mia vita da ora in poi sarà eseguire ogni tuo ordine”. La mia umiliazione era completa. Erika rimase colpita della mia totale sottomissione: ora non solo poteva decidere la vita o la morte di un essere umano con lo “schiocco” delle sue dita, ma quest’ultimo si era dichiaratamente sottomesso al suo volere, diventando di fatto uno schiavo, seppur di dimensioni microscopiche. Tutto questo la faceva sentire una vera dea. Nonostante la mia totale umiliazione continuasse, mi ero tranquillizzato, pensando di aver colpito nel segno. E, invece, mentre ero intento a baciare e leccare il suo secondo dito, il piede di Erika mi colpì facendomi volare diversi metri più indietro. “Microbo, mica penserai che qualche bacetto e una leccata possono cancellare l’enorme mancanza di rispetto verso la tua dea? Sono già buona che ti permetto di morire sotto il piede di un essere superiore come ...