Schiavo di una dea Pt.1
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti
... (dolorosamente) contro il palato. Mentre ero stretto tra lingua e palato, la gigantessa deglutì il thè, salvandomi per lo meno dall’annegamento. Improvvisamente mi sentii mancare la lingua sotto i piedi, ci ricaddi sopra più in basso e iniziai ad essere sballottato ai 4 angoli della bocca. Poi sentii alle spalle un vento fortissimo che mi spinse in avanti, le labbra si schiusero mostrandomi la luce e fui catapultato (o, letteralmente, sputato) nella sua mano destra. Ero completamente ricoperto della sua saliva…il liquido vischioso era dappertutto: colava dai miei capelli, dai miei vestiti, mi riempiva persino naso e bocca. Il palmo della mano di Erika aveva le dimensioni di una piazza, e non fu facile rimanerci sopra quando lei portò la mano in alto avvicinandomi alla sua faccia. Il viso di Erika era allo stesso tempo una visione splendida e terrificante: i suoi lineamenti fini, la sua pelle bianca che neanche “allargata” a centinaia di metri di diametro non mostrava la minima imperfezione, i suoi occhioni verdi, grandi come laghi; tuttavia la sua espressione non lasciava presagire niente di buono. “Microbo! Sei felice di rivedermi?!”. Quelle parole mi fecero letteralmente saltare i timpani e il fiato che uscì dalla bocca mi fece fare due capriole su me stesso spingendomi diversi metri indietro sul palmo. Erika non fece una piega: “Schiavo, come hai osato fuggire da me? Sei alto meno di un centimetro, non riesci a reggerti neanche a reggerti in piedi davanti a me ora che ti ...
... parlo e osi ribellarti? Ti rendi conto che potrei annientarti con la forza di un semplice starnuto?”. Poi mi fece saltare dal palmo e mi strinse tra i polpastrelli di pollice e indice. Il dolore era atroce. Non potevo fare a meno di urlare. “Dammi una sola ragione per cui non dovrei schiacciarti adesso tra le mie dita come il ridicolo moscerino che sei”. La pressione aumentava. Poi d’un tratto si fermò. “Ce l’ho io una ragione: un essere insignificante come te non merita l’onore di morire tra le mani di una dea”. Detto questo mi poggiò sul pavimento. Ancora una volta potevo vedere la gigantessa in tutta la sua imponenza. L’Empire State Building non credo che le avrebbe superato la coscia. Alzò il piede destro e lo pose un centinaio di metri sopra di me. “Insetto, credo che anche finire spiaccicato sotto il mio piedone sia un onore che non ti meriti, ma siccome sono buona voglio concedertelo”. La pianta del titanico piede di Erika si faceva sempre più grande man mano che si avvicinava. A quel punto non avevo nulla da perdere, e pur sapendo che fosse inutile, cominciai a scappare. Al mio scatto seguì uno scoppio di risate “Ahahaha, davvero pensi di poter scappare? La tua intelligenza è più o meno pari alla tua grandezza, microbo!”. In un attimo spostò il piede, lo avvicinò a me e mi diede un leggero colpetto con l’alluce. Leggero colpetto dal suo punto di vista, dato che mi fece volare per qualche decina di metri. “Michelino Michelino, sei più debole di una formica! Comunque, ...