1. Coca y rum


    Data: 05/12/2019, Categorie: Tradimenti Autore: HarrymetSally, Fonte: Annunci69

    Immergersi nel mondo colorato e pacchiano dei balli latino-americani, per chi come me aveva trascorso l’infanzia e l’adolescenza a studiare danza classica in una delle scuole più severe, era come uscire da un ricevimento all’Ambasciata e ritrovarsi in una di quelle trattorie con le tovaglie a quadretti, dove i camerieri ti insultano e ti tirano pacche sul culo. Ti sorprendevi a essere umiliata e sazia.
    
    Avevo cominciato perché Elena, la mia migliore amica, mi aveva trapanato il cervello con quanto ci saremmo divertite, ma a essere onesta lo avevo fatto soprattutto perché mio marito mi aveva proibito di andarci.
    
    Potrebbe sembrare che io abbia un’indole ribelle, ma la verità è che quando sei costretta a obbedire e ingoiare fin quasi a perdere la dignità, ti ritrovi a combattere battaglie ridicole solo per ricordare a te stessa che sei ancora viva.
    
    Elena mi aveva trascinata in una cosiddetta “Accademia”, una specie di tugurio alla periferia sud di Milano, e la cosa mi stava bene. Se il punto era abbassarsi, bisognava farlo fino a raschiare il fondo con i denti. Scoprii soltanto più tardi che la passione della mia amica per la suddetta “Accademia” aveva in realtà gli occhi neri e i pettorali gonfi di Giovanni, un tamarro palestrato che era proprio il suo genere.
    
    Lo so, fa un tantino cliché questa cosa delle donne altolocate che si fanno scopare da scugnizzi di periferia, ma se vi soffermate a riflettere dovrete riconoscere con me che i cliché esistono per un ...
    ... motivo.
    
    Ora, siccome ero una vincente per natura, con la competizione incisa nel DNA al pari dei miei capelli rossi, mi gettai in quell’impresa con una dedizione maniacale e, mentre quasi tutte le mie compagne di corso erano lì per elemosinare cazzi, io ero determinata a diventare la miglior ballerina di salsa della scuola.
    
    Ero la prima ad arrivare a lezione e l’ultima ad andare via. Mi intrattenevo spesso con i veterani del corso per studiare qualche nuova figura o qualche dettaglio della postura, al punto che Elena cominciò a lanciarmi sguardi irritati e spazientiti, forse annoiata dalla mia determinazione o forse vagamente ingelosita dalle attenzioni che il mio maniacale entusiasmo suscitava.
    
    Il venerdì sera era dedicato alla pratica libera. Ci si trovava davanti alla scuola verso le dieci e mezza e si invadeva in massa un locale a turno, proposto da uno degli allievi, per ballare fino a notte fonda.
    
    Quelle serate, ancor più delle lezioni, gravitavano attorno a colui che tutti chiamavano “Maestro.”
    
    Il Maestro era un cubano di circa quarantacinque anni, alto non più di un metro e settanta, di una bellezza piuttosto volgare. I folti capelli neri e le labbra carnose erano i punti cardinali di un viso olivastro e squadrato, con iridi color nocciola e folte sopracciglia. I denti bianchissimi, sovente esposti da un sorriso che sconfinava nella risata, scintillavano alla luce della sala e gli conferivano un carisma poderoso e pacchiano da cui nessuno era immune. Aveva ...
«1234...10»