1. Coca y rum


    Data: 05/12/2019, Categorie: Tradimenti Autore: HarrymetSally

    ... rum incontra la Coca Cola nel Cuba Libre.
    
    “Ti ha messo gli occhi addosso” mi aveva avvisata Elena, con un misto di preoccupazione e invidia nello sguardo, durante una di quelle serate. Come se non lo avessi capito da sola!
    
    “E cosa dovrei farci, secondo te?” avevo risposto, con una scrollata di spalle.
    
    “Ma Antonio non dice niente?”
    
    Già. Antonio, mio marito. Quello che aveva da dire, lo aveva già detto con la consueta perentorietà da capofamiglia degli anni settanta.
    
    Avrei dovuto smettere di frequentare l’Accademia, anzi, avrei dovuto piantarla con questa storia dei balli una volta per tutte. Peccato che, di quello che pensava Antonio, avevo smesso di interessarmi ormai da qualche anno. Lo informavo dei miei movimenti per pura perfidia, in quel gioco al massacro che ci teneva incatenati uno all’altra.
    
    Un uomo che avrebbe potuto impormi la sua legge c’era. Avevo un amante da ormai tre anni, un’anima gemella con cui sognavo di vivere la seconda metà della mia vita. Sarebbe bastata una sua parola per tirarmi fuori da quella trappola. Purtroppo, per entrambi, come spesso accadeva, quella parola tardava ad arrivare. Intrappolato entro un contorto sistema di contrappesi morali, Giorgio, l’uomo della mia seconda vita, non si era ancora dato il permesso di portarmi via.
    
    Siccome non mi aveva ancora regalato la libertà, non sentiva di avere il diritto di impormi nulla, e alle mie provocazioni su Armando aveva risposto con una alzata di spalle e un onesto quanto ...
    ... insoddisfacente “è giusto che tu agisca come credi.”
    
    Ero sola, preda designata di quel conquistatore seriale dai denti troppo bianchi. Eppure, resistetti, a lungo e con ostinazione.
    
    Continuavo a ballare con lui, continuavo a lasciarmi scegliere nelle sessioni dimostrative, ma esercitavo un controllo ferreo sulle sue mani e non mi facevo mai e poi mai trovare con la mia auto il venerdì notte. Lo osservai accettare ogni sera un passaggio diverso, per mesi.
    
    Di giorno in giorno, le sue carezze si facevano più audaci, e nel congedarmi aveva cominciato a sussurrarmi all’orecchio “forse un giorno…”
    
    Lo diceva con un accento latino che non mi piaceva, ma il suo alito caldo sul mio viso era comunque una lusinga della quale, in quei giorni, ero assetata.
    
    Era un venerdì pomeriggio di inizio settembre quando decisi di sollevare di nuovo l’argomento con Giorgio. Distesi sul divano di casa mia nella quiete post-orgasmica, ci guardavamo negli occhi con quel misto di trasporto e rimpianto che ci coglieva ogni volta che scoprivamo quanto era bello stare assieme, e quanto aleatorie e precarie fossero quelle parentesi.
    
    “Mercoledì a lezione mi ha sfiorato il culo” dissi, imbronciata.
    
    Giorgio assunse quello sguardo di traverso che usava quando si metteva sulla difensiva. Le sue iridi color ghiaccio mi lambirono, generando un brivido di eccitazione che mi sforzai di ignorare.
    
    “E gli altri lo hanno notato?”
    
    Quella risposta innalzò il mio livello d’ira oltre la soglia di ...
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