Un calore fuori stagione (prima volta con a69)
Data: 07/11/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Calmatlantica, Fonte: Annunci69
... dirà che ci si è conosciuti ma che, no! Non è ora di tuffarsi nel fiume.
Ora è lei che mi guarda, occhi nocciola, un mezzo sorriso e mi dice una frase tipo questa: "noi stiamo parlando ma se vogliamo qualcosa di più devi metterci del tuo.....quali fantasie hai per esempio?"
Deglutisco. "le tue gambe, mi piacerebbe accarezzarle", lei, "le mie gambe sono qui...il resto dipende da te".
La distanza tra la mia mano e le sue gambe, tra il mio desiderio e la sua dolce malizia, tra una sponda e l'altra del fiume, sembra immensa, impercorribile, ma mi tuffo. Approdo su quella spiaggia calda e liscia della coscia sinistra. La distanza è stata percorsa, il cuore batte come un tamburino che da il ritmo alla carica di un esercito, lo sparuto esercito delle mie cinque dita che fremono sull'autoreggente e scivolano lungo la gamba. Sento il respiro di lei che accelera, lui emette un sospiro e si appoggia allo schienale, il suo sguardo si perde tra i capelli della compagna. Sento il calore di lei, sento i suoi muscoli che si irrigidiscono leggermente, sento il solletico setoso dell'autoreggente. Ho il cazzo duro! Non m'importa se qualcuno in questo bar vede. Certo il gesto è discreto ma....insistito, le dita affondano ora nella carne, esplorano, vorrebbero salire e infilarsi sotto la mini. Lei, schiena dritta e ferma manda occhiate qui e la, al suo uomo, agli altri tavoli, si capisce che si sta eccitando, è presa dalla situazione ma non vuole dare spettacolo a buon mercato: "qualcuno ...
... se n'è accorto" chiede, lui: ”no"; dopo qualche manciata di secondi, "ora la cameriera ha visto". Mi blocco. Riprendo la mia esplorazione dopo pochi secondi, aspetto da tempo questo momento, non da settimane, non da mesi, direi da decenni: è la fantasia adolescenziale che si realizza, la signora di classe che sognavo di scopare di fronte al marito nei miei sogni di quindicenne. Non me ne frega un cazzo se la cameriera vede. Il me quindicenne realizza finalmente il suo sogno.
Lui, maestro di cerimonie, dice "andiamo a fare due passi...." non so bene cosa intenda e dove voglia arrivare ma so che devo seguirlo.
lo seguo, la penombra dei portici ci aspetta, ci aspetta il silenzio. Il vociare delle persone è già alle nostre spalle sempre più in sottofondo....chissà se ora parlano di noi? Mentre i nostri passi battono sornioni e ritmici sul marciapiede sono circa le 23.00 ma per me è un tempo indefinito, sospeso, fuori dalla storia, fuori dalla mia storia che fino a questo momento non ha contemplato nulla di simile. Mi sento come in un film di Bunuel, con questi due sconosciuti (Lei come si chiama? Non lo ricordo già più!) dentro un anfratto di vita che la realtà non contempla. Lui cammina due passi più avanti. Io affianco lei. Ormai siamo sotto il porticato verso le viscere del centro storico fuori dalle vie dei locali e dei loro indiscreti avventori. La mia mano si alza....di nuovo la sua coscia, soda, tornita, questa volta la parte posteriore. È nella stessa posizione che ...