Un calore fuori stagione (prima volta con a69)
Data: 07/11/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Calmatlantica, Fonte: Annunci69
... petto.
Devo interrompere il gioco. Incontriamo persone, coppie gruppi di giovani, gente del luogo che rincasa solitaria. Siamo in una via che confina con una grande arteria della città. Comincia ad esserci più traffico. Lui però, trova il tempo per un'altra trovata stuzzicante: chiede a lei di appoggiarsi ad una colonna del porticato, vuole fotografarla. Vuole fotografarla col seno ben esposto. Ora il passaggio di persone si è interrotto. Lei mi chiede: "aprimi tu la camicetta". Non dico nulla. Lei apre il soprabito, le mie mani sulla sua camicetta già semi aperta, dita sui bottoni bianchi, slaccio il primo, il secondo, un terzo. Reggiseno nero che raccoglie un seno di terza misura, un pò cadente ma sodo, lo sento mentre affondo le dita dentro facendola gemere, sento il capezzolo dritto e duro, sento l'odore che mi arriva dalla sua pelle, odore di donna. Ho il cazzo duro. Il soprabito si richiude al rumore di passi che arrivano. Giriamo le spalle agli ignari passanti. Attendiamo che si allontanino. Di nuovo lui la fa appoggiare alla colonna, raccoglie con le mani il seno destro di lei, sposta la coppa del reggi e lo fa sporgere appoggiato alla camicetta. Il capezzolo marrone, punta dritto verso il flash dell'iPhone che cattura quella scena. È una scena che mi fa battere il cuore, che mi fa il cazzo dritto. È una scena che rimane nella memoria volubile dell'iPhone e nella mia, indelebile. Dobbiamo spostarci, di nuovo gente. Ma questa volta troppa e questo non conforta le ...
... preoccupazioni della donna di essere notata. Ora siamo su una via di grande passaggio. Locali, ragazzi, confusione, fari di auto. Il Duomo a poche centinaia di metri, camminiamo. Nell'attraversare mi stacco un pò, li vedo chiacchierare tra loro. Chissà che dicono, certo se non gli andasse, mi avrebbero già messo in libertà. Ci fermiamo un attimo. Ci guardiamo intorno. Di nuovo verso le vie strette e porticate del centro. Di nuovo le percorriamo solitari ed ebbri di desiderio e trasgressione. Questa volta la nostra guida scruta con attenzione i dintorni, vuole un posto appartato. I passi sono più lenti, l'incombenza di trovare la nostra tana estemporanea è tutta per lui, io sento oramai famigliare il corpo di lei. Siamo fermi. La mano destra scivola sotto la gonna e percorre l'ormai nota ma sempre più appetibile morfologia delle sue zone di piacere, la mano sinistra si infila a cercare i seni, le dita cercano i capezzoli. L'eccitazione sale. La mia bocca comincia cercare la sua pelle e la trova sul collo e sulle guance. Le si lascia fare, il respiro sempre più ritmico rivela anche la sua di eccitazione. Gemiti e sguardi rapidi intorno rivelano invece la sua preoccupazione per qualche luce accesa dietro alle finestre in stile veneziano, per possibili videocamere di sorveglianza dentro ai portici rinascimentali, ma quei palazzi assistono ormai da secoli agli amplessi di generazioni e generazioni di umani che il nostro non è che uno dei tanti e come tale da osservare placidi, ...