Storia breve
Data: 13/12/2019,
Categorie:
Lesbo
Autore: Ofelia_e_Cassio
... controllata, comandata, se sbagli paghi ma questo ti protegge ; sono gli adulti, alla fine, a prendersi tutti i carichi “.
“Senta,” disse Giulia, “d’ora in poi sarò responsabile di tutto ciò che farò, ma stanotte voglio essere la ragazzina che ero fino a ieri; poi lei mi deve un regalo e a una diciottenne non si rifiuta nulla”.
“Cosa posso fare per te”? chiese la prof. “Lei mi deve punire” prosegui’ la ragazza. “Stanotte sono, voglio essere ancora una ragazzina da correggere, da proteggere e lei ora è qui, l’insegnante piu’ severa e dura della scuola”. La prof arrossi’ violentemente e sforzandosi di sorridere le chiese di cosa dovesse essere punita. “Ma perché le ho rotto le balle tutto l’anno e gli altri passati, perché nessuno in casa mi ha mai raddrizzata, perché tutti i ragazzi che ho avuto mi hanno viziata e…..perchè stasera qui c’era alcol” disse Giulia . “E che punizione dovrei darti”? chiese la prof con voce roca. “Lei mi deve dare una punizione corporale, un’esemplare punizione vecchio stile, devo essere raddrizzata per tante cose e voglio che lo faccia lei. Mi dia una lunga, vera, seria, autoritaria sculacciata.”
La prof impallidì, si alzò e fece per uscire dalla stanza ma fu bloccata sulla porta dalle altre due ragazze che, ormai ubriache, sghignazzavano senza ritegno. Quando fu riportata in stanza l’attendeva il corpo nudo di Giulia raccolto a gomitolo, la testa incassata fra le spalle, le ginocchia puntate sul letto: l’abbronzatura non era completa, le ...
... sue natiche si ergevano bianche come una luna di latte. Un’ombra di seta nera e lucida si intuiva tra le cosce sode, appena disegnate da lievi e guizzanti muscoli. La figura si chiudeva coi suoi talloni che sembravano due picchetti d’ambra sulla neve del lenzuolo.
L’insegnante era come svuotata, sembrava perduta davanti a quella vista. Lei si sentiva più nuda di Giulia e sentiva che “la professoressa”, il suo personaggio, la stava abbandonando, lasciandola in balia di quei sei occhi che avevano comunque capito di lei qualcosa , e lei, la parte più intima di lei, si liberava con vergogna e con sollievo della parte più inutile di sé stessa, del suo involucro, come serpente che fa la muta.
Era calato un silenzio irreale e la prof. si avvicinava alla luna inevitabilmente, dolorosamente, e la sua mano destra scaricava tremante dei colpi , dei meteoriti che la luna, quella luna assorbiva indifferente. I colpi si fecero duri, cattivi ma Giulia non emetteva un gemito; la sua reattività era in quel culo che sempre più spavaldamente si offriva al dolore sempre più caldo e feroce, e nei suoi alluci che lei puntava sempre più convulsamente nel materasso.
I colpi a un tratto si attenuarono, divennero più stanchi; la tensione era calata e l’insegnante ora consolava la luna ,la luna divenuta ora rossa.
I colpi divennero benefico massaggio, perdono, pace, e in quel silenzio si udi’ Giulia mugolare sordamente. La prof, molto lentamente, molto deliberatamente cominciò a spogliarsi e ...