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Federica 16
Data: 15/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Italy456987
... duro…..” “Ma che dici!!!!” Si schernì ma i suoi capezzoli spuntarono di nuovo appuntiti…… Arrivati ai piedi della scala mobile sentii chiaramente dietro di me qualcosa di duro poggiato sulle natiche e le mie gambe come al solito persero le forze dall’eccitazione. All’insaputa della zia che era avanti a me, portai la mano dietro e accarezzai quel bozzo che sembrava veramente grosso e poi mi appoggiai di nuovo col culetto. Quando il gradino della scala mobile mi fece salire rispetto al mio inseguitore, persi il contatto con quella protuberanza calda ma un attimo dopo una mano mi artigliò una natica stringendola con forza e ci mancò pochissimo che non urlassi dalla sorpresa. Saliti al piano, andammo prima a comprare le scarpe e optammo per dei sandalini col tacco. Ne prendemmo due modelli diversi e io li provai cercando di non farmi vedere da nessuno tranne il signore che ormai ci puntava senza mollarci un secondo con lo sguardo, anche quando lo vidi parlare al telefono; anzi ebbi la sensazione che fossimo noi l’argomento della telefonata. Quando si accorse che stavo provando i sandalini da donna, il suo viso assunse l’espressione di un satiro specialmente quando mi specchiai guardandomi la forma delle gambe e del culetto che con il tacco miglioravano ulteriormente. Ormai era fuori di se dall’eccitazione e si mise spudoratamente in coda dietro a noi alla cassa strusciandomi quella cosa che era sicuramente grossa, ormai ne ero certo, sul sederino. La ...
... zia si accorse degli strusciamenti e mi portò davanti a lei per sospenderli ma quando sentii il suo respiro bloccarsi capii che il nostro “amico” aveva ripreso imperturbabile lo struscio cambiando solo il culo. Quando mi voltai la zia era viola con gli occhi quasi rovesciati e la mano del signore era tra le sue gambe. Per fortuna toccò a noi e la zia scattò in avanti per pagare mentre io mi riportai sulla patta bollente del nostro assalitore. Mentre ci recavamo al negozio di abbigliamento riuscimmo a distanziare il satiro impazzito di qualche metro ma dentro il negozio ce lo ritrovammo appiccicato addosso. Io ero viola dalla vergogna perché il gioco, per quanto iniziato da me, stava diventando un po’ troppo evidente, anche se avevo una voglia pazzesca di vederlo e toccarlo. La zia era fuori di se dalla paura e dall’eccitazione perché era uguale a me e poi l’avevo fatta impazzire con tutti i racconti di verghe calde che le avevo fatto. Girellando tra i vestiti, tra una palpata e una strusciata, scelse due vestitini a fiori molto corti e due paia di shorts simili a quelli che indossavo ma di tessuto leggerissimo e per finire un paio di calze bianche autoreggenti. I camerini erano piuttosto ampi e visto quello che dovevo indossare scegliemmo l’ultimo in fondo che ci pareva più defilato ed entrammo tutte e due Mentre mi provavo il vestitino, togliendomi i pantaloncini sentii del tramestio dal di fuori… Un attimo dopo la tenda si scostò di quel tanto da ...