1. Una storia di m(e)


    Data: 23/08/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: uars, Fonte: Annunci69

    ... piedi e mi ricopre di insulti.
    
    “Bastardo! Non mi piace così, non farlo mai più! Non te lo permetterò mai!” Non reagisco, rimango perfettamente calmo ma la mia mano raggiunge l’interno morbido delle sue cosce, che massaggio finché non la vedo rilassarsi.
    
    “Continua…” Le piace. Mi alzo, la porto in salotto e la lego al divano. Resta là mentre vado a bere e a mangiarmi un’altra brioche in cucina. Quando torno resta silenziosa. Le passo una mano sulla fica e la trovo asciutta. Mi eccita l’idea di penetrarla così, mentre non prova piacere, così la slego e me piazzo in posizione più comoda. Mi incuneo fra le sue gambe ed è stupendo sentire che il mio cazzo incontra resistenza nell’entrare. Ma si bagna in fretta ed io continuo a sbatterla senza ritegno. Finché sento che sto quasi per venire. Esco. Le lecco il collo mentre le masturbo il clitoride.
    
    E’ lei a girarsi, ad offrirmi il culo. L’afferro per i capelli se l’avviso che ora la sculaccerò. Comincio con la mano ma dopo un po’ prendo la cinghia dei pantaloni.
    
    “Ferma. Immobile. Non ti sognare di muoverti troia.” La mia eccitazione sale vertiginosamente. Non ho molte remore e poi penso che se me lo ha offerto lei, quel culo, un motivo ce l’avrà. La colpisco, lei manda ritmati gemiti. Passo la mano sul culo arrossato, per sentirne il calore. Sono infoiato. La volto quasi con violenza. Voglio venire assieme a lei. Entro con delicatezza ma in breve la sbatto con foga, entrando e uscendo sempre più velocemente, finché le ...
    ... vengo dentro.
    
    L’ora di pranzo è passata, rimane la cena e la mia fame è tanta. Mi faccio una doccia che lei rifiuta: dice di volersi tenere addosso il mio odore.
    
    “Quando fai l’amore con la tua ragazza, anche lei fa così?” Il mio “no” è seccato.
    
    “A me piace. A me piace sentirmi addosso il tuo odore, il tuo sperma…”
    
    Più tardi usciamo: prima cena e dopo disco. Finito col lavoro torniamo da lei
    
    “Domani mattina andiamo in montagna” le comunico, e lei non fiata. La sveglia al mattino detta i tempi. Alle 8.30 le dico di sbrigarsi, di vestirsi in fretta che partiamo, ma nel frattempo ho cambiato idea. Anziché in montagna la porterò al mare, ma non glielo dico affatto. Poi in macchina mi chiede dove stiamo andando, ha visto che la strada non è quella giusta. Ride quando le rispondo che si va al mare.
    
    “Sei davvero strano… Ma fai sempre così?” Rido pure io, ma le rispondo freddamente.
    
    “Se vuoi scendere puoi farlo quando vuoi.” Il suo “no” è secco quasi quanto il mio di prima. Durante il viaggio le chiedo perché lo fa, perché accetta tutto ciò che le faccio o le faccio fare. Si rabbuia.
    
    “Perché… Perché ogni volta, fino all’ultimo, non so cosa mi aspetta, quali fantasie hai su di me in quel momento. E tu? Quanto tempo passi a pensarmi, a pensare a ciò che mi farai?”
    
    “Non moltissimo. Sono così di natura. Non ti penso più di quanto non pensi alla mia ragazza.” So che è un colpo basso. Ora guarda fuori, davanti a sé. Parla a voce bassa.
    
    “A volte vorrei dirti di no, ...
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