Una storia di m(e)
Data: 23/08/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: uars, Fonte: Annunci69
... ma non ci riesco… Quando sono sola sono certa che non ti permetterò più nulla. Me lo dico e me lo ripeto. Ma quando poi ti ho davanti… proprio non ce la faccio.” Continua a confessarsi. Dice di sentirsi sola, piena di rogne che maschera bene. Sta bene con me perché a modo mio la riempio di attenzioni, perché osservo ciò che fa. Mi sente vicino anche quando non ci sono. Mi chiede perchè non ho alcun problema, mentre lei ne è piena.
“Anch’io ne ho, di problemi. Me ne capitano tutti i giorni. Non so se tu ne hai più o meno di me, so solo che i problemi sono fatti per essere risolti. Certo, pure io ho i miei momento brutti, ma credo che sia importante come si affrontano le continue prove quotidiane, più che le rare catastrofi. E poi comunque ognuno di noi reagisce alle prove in modo diverso, a seconda del carattere, dello stato d’animo, della situazione del momento…” Mi piace che mi ascolti.
“Senza contare che ciascuno percepisce i problemi a modo suo: ciò che per me è solo un sassolino nella scarpa, per te può essere una montagna insormontabile. E poi dipende anche da chi hai al fianco. E’ più facile se uno ti accetta per ciò che sei e per come vivi le cose, senza giudicarti.”
Le chiedo se si sente depressa, mi risponde che è impossibile non esserlo, come un matrimonio come il suo alle spalle. Ora sono io a voler sapere di più. Dalle sue parole capisco che ha sofferto molto e che le sculacciate o le cinghiate di adesso forse costituiscono per lei una specie di ...
... liberazione, un dolore diverso da quello a cui era abituata.
“Siamo due opposti” conclude “io pessimista, tu ottimista.” A pensarci ora mi dico che se l’ottimista di fronte al dolore cercherà di minimizzare e sopportare in attesa che passi, mentre il pessimista gli presterà talmente tanta attenzione da peggioralo sempre più. Una cosa è certa: nessuno è immune dal dolore interiore, profondo. Ne sono preda sia il depresso che l’allegro, anche se certamente un carattere timoroso e fragile percepirà di certo con maggiore intensità una stessa situazione, rispetto a chi è forte e sereno. Mi perdo per un po’ nelle mie elucubrazioni. Faccio raffronti e considerazioni varie, in silenzio, mentre continuo a guidare.
Poi torno al presente, a lei. La cosa che più mi ha colpito di lei è la sensibilità. A mio avviso dovrebbe essere questa la via attraverso cui può riscattarsi e alla fine stare bene. A dire il vero se si è troppo sensibili aumentano ansie, dubbi, timori, a volte fino a diventare veri incubi. Queste persone sono invase dai sensi di colpa, che altro non sono alla fin fine che un masochismo mentale. Il quale spesso è destinato a diventare anche fisico. Come in lei.
Ci perdemmo di vista dopo quattro mesi, ma lasciandoci alle spalle una bella esperienza, piena di giochi e regole, piena del divertimento di entrambi.
Oggi? Oggi sono un geometra diplomato. Il DJ l’ho fatto per 8 anni, poi ho iniziato a lavorare, non però come geometra. Assomiglio più ad un ragioniere. Diciamo che ...