1. Cugina Padrona 4


    Data: 16/01/2020, Categorie: Incesti Autore: Scrittore

    ... mi spostai da me ad un altro me, muovendomi alla velocità della luce... Finito di gustare il caffè - cremoso, dolce... -, rimanemmo nella scarsa luce filtrata dalle persiane, trascesi dal ticchettio della vecchia pendola della nonna Marta, e insomma in una penombra lunga, misteriosa, musicata da un intenso sentimento di esserci... - e credo che per la prima volta io e mia cugina condividemmo uno stato emotivo: eravamo vivi tutti e due infatti, dentro il tempo dei nostri antenati, nella consuetudine che si allungava da una infanzia cosmica, tra oggetti antichi e familiari, nell'odore dell'esistenza, sempre lo stesso dentro casa mia, ma sempre nuovo nelle nostre vite disperate e rovinate in quel salotto come i frammenti di colonne antiche che attualizzano le ere passate in un presente che di classico ha solo l'attualità del crollo statico - cinetico nelle coscienze... Nadia tolse i piedi da terra, me li pose sul grembo: "toglimi le scarpe!", ordinò. Lo feci - lentamente, emozionato... Tirai col naso. Nadia: "fanno puzza?", chiese con simpatia. Mi piaceva quell'odore, e non sapevo cosa rispondere... Nadia: "Devi abituarti!". Sorrise. Io sorrisi di rimando, imbarazzato. Mia cugina allora osò mettermi un piedino in faccia: "annusa!", ordinò! Io lo baciai. "Bravo...", mi disse lei; mentre con l'altro piede iniziò a massaggiarmi tra le gambe... Io a quel punto presi il piede volante tra le mani, continuai a baciarlo, ma sempre più appassionatamente, freneticamente... e dunque mi ...
    ... scoprii ad annusarlo rumorosamente - non soltanto per sentirne l'odore forte, ma anche per mostrare a Nadia la mia adorazione... -: non ero più un adolescente troppo impacciato, e per questo mi esibivo spudoratamente come non avevo mai fatto [insomma, mia cugina continuava ad essere un traguardo per me, un nastro che tagliavo per emanciparmi, per diventare uomo, e mi sentivo maschera di una intenzione vera, pagliaccio di una coscienza alternativa ed originale]. Nadia come al solito capì tutto: "lo fai questo con la tua ragazza?". Io risposi con un senso di pianto nella voce: "noo...!". Mia cugina continuò a sfregare il mio pisello sempre più duro, e lo faceva con una determinazione talmente ostinata, che sfigurò il suo volto per un istante... Io mugolai un piacere breve, sfigurai il mio volto in un assenso totale, e sempre più gratificato da quel massaggio, partorii una specie di rantolo lungo, libidinoso ma disperato... Infatti provavo un piacere vibrante, raschiato dal suo piede, ma mi dispiacevo per il desiderio di affondare sempre più in vergognose sottomissioni, ed in denudamenti che non osavo immaginare - avevo ancora troppo bisogno dello spirito di iniziativa di Nadia... Però una mossa la feci; tolsi il calzino al piede sul mio viso, e comincia a leccarlo verticalmente, come una paletta-gelato al gusto di carne... Nadia allora capì che ero pronto, ed in un istante decise di realizzare un nostro grande desiderio, in parte taciuto in realtà, e che, se per lei era cosciente, ...
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