1. Cugina Padrona 4


    Data: 16/01/2020, Categorie: Incesti Autore: Scrittore

    ... ero un oggetto, ero un cane servizievole, a pecorina come una femminuccia, prono, umile, e mi sentii nudo come non mai, come se il significato della nudità fosse la pesantezza del mio sedere esposto, attratto dal centro della terra come ogni altro grave, aperto, realmente posseduto dagli occhi di mia cugina che presto sarebbe venuta fuori dalla cucina e mi avrebbe trovato come aveva preteso... Quando uscì dalla cucina Nadia sorrise davvero divertita ed un poco sorpresa - come se anche lei avesse dubitato per un istante della mia obbedienza... -. Teneva in mano un mestolo dal manico lungo e tondo come un tubo, di legno... "Che vuoi fare?", chiesi come uno stupido... "Ti inculo", rispose, "ma non ti faccio troppo male, non ti preoccupare...". Allora si mise in ginocchio dietro di me, io non la vedevo, ma sentii che sputò, e dopo sentii il mio ano inumidito ed un dito di mia cugina bagnarmi dentro... ...e poi sentii quel duro penetrarmi!, sì... lentamente ma inesorabilmente, sempre più dentro... Non mi faceva ancora male, mi sentivo riempito, e mi piaceva... Ma quando Nadia disse "prendi questo!", e diede un colpo secco dentro me, provai un dolore acuto, sconosciuto, il quale percorse tutta la mia schiena fino a giungere alle tempie... "No-o... ba-a-sta...", dissi, e la mia voce faceva balzare le sillabe per il troppo dolore... Nadia non aveva nessuna pietà e continuava a colpirmi: "devi stare zitto... capito?", e poi di nuovo, con una voce veramente perversa che non le avevo ...
    ... mai sentito: "devi stare zitto!, zitto!!!". Capii soltanto allora quale fosse il desiderio più intimo di mia cugina, il mio silenzio; e capii anche cosa a lei piacesse tanto di me: il mio interdetto mutismo... Io non fiatai più, il dolore mi ammosciava l'uccello... ma stavo zitto... Soltanto quando Nadia inoltrò ancora un poco il manico del mestolo dentro il mio culo non potei trattenere un grido di dolore "ahi!!!". Allora Nadia smise. Mi ordinò di sedermi... La vidi per la prima volta rossa in viso, alquanto scombussolata... Poi mi fece un sorriso che definirei diabolico... Indicò per terra e mi disse: inginocchiati e guardami! Io ubbidii. Lei a quel punto infilò una mano dentro i suoi pantaloni e cominciò a toccarsi... Socchiudeva appena gli occhi, e più che gemere espirava libidinosamente, a tratti brevi, sempre più veloci... Quando si sentì abbastanza eccitata, riuscì in qualche modo a parlare, nonostante il piacere spezzasse la sua voce... Un poco mi guardava, un poco guardava il soffitto, un poco chiudeva gli occhi: "devi stare zitto!", diceva, e poi "zitto e ascolta...", "zitto, zitto..". Io trovai il coraggio di toccarle una coscia... tornavo ad eccitarmi... il mio pisello gocciolava per terra... Nadia allora, espirando, cominciò a farfugliare un discorso crudele, ma più per dovere nei confronti di se stessa e delle proprie fantasie, che per sadismo, ed era veramente stravolta da un godimento che la sfigurava un pochino - quasi la imbruttiva, la deformava... Capii che ...
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