1. Odette: oui je suis putaine, 2a parte


    Data: 09/02/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: sexitraumer

    ... piacevole sensazione: le palle gli si stavano indurendo, tanto che in qualche istante gli sembrò che nemmeno se le sentisse; le carezze istintive di lei alla pelle di quegli ormai duri testicoli però gli avevano indicato che le aveva ancora, e piuttosto attive quanto a circolazione interna. E mentre il suo cazzo duro svettava, verticalizzato dalla lingua rapida e continua di lei, Addolorata si fermò; e dopo aver di nuovo rimboccato la gonna fino al petto, mise la sua relativamente grande vulva, già dilatatasi un poco di suo, sopra quella cappella dura; e Addolorata prima che la mente di Giuseppe comprendesse ciò che i suoi occhi vedevano…s’impalò da sola…lasciandovisi cadere ! Dalla carne vellutata dell’appoggio sulle pieghe al caldo e bagnatino infernetto interno. Giuseppe conobbe in un istantino ino ino, mai abbastanza lungo, quanto fosse piacevole il contatto col sesso femminile, caldo, bagnato, e – non l’avrebbe mai sospettato – così accogliente, - no ! - accoglientissimo. Grazie alla piacevole caduta di peso di lei, il cazzo del giovane timido era stato ingoiato tutto. Giuseppe non se lo chiese mai il motivo per il quale quella sua coetanea vergine non le era apparsa…un’entrata liscia e facile che il coetaneo ebbe ad apprezzare dopo le prime pippe della pubertà. Un colpo di fortuna ! Quel che poteva vedere Giuseppe era solo il pelo di lei, e solo se di fosse concentrato ad osservarla avrebbe potuto focalizzare le labbra carnose della sua generosa vulva che si erano ...
    ... gonfiate per l’eccitazione, e la gradita intrusione. Su e giù, su e giù ! Quante volte ? Dieci, venti, trenta ? Boh, che importava era così bello sentirla respirare quella ragazza così svelta a cavalcar quel palo… Addolorata però era una ragazza avveduta, e ad un certo momento tolse il contatto lasciando delusa anche la propria stessa vagina eccitatissima; sentendo il cazzo di lui ancora verticale e duro, lo fece alzare afferrandolo per le braccia dopo averlo ella stessa scopato da sopra; lo baciò di nuovo carezzandogli la cappella, poi messasi da sola in posizione animalesca sulle ginocchia invitò Giuseppe ad entrarle nel retto allargando ella stessa le natiche. La vista del roseo buchetto “nuovo” eccitò il compagno, che diede spontaneamente un paio di colpi con la cappella, ottenendo col secondo l’ingresso nel culone di lei. Addolorata non se lo poteva immaginare, ma il suo sverginamento anale era stato piuttosto goffo. Quel buchino dall’aspetto timido, ad anello, s’accorse in quegli strani istanti di esaltazione il giovin Giuseppe, non favoriva troppo l’intrusione; tuttavia insistendo nemmeno la impediva: d’istinto assicuratosi che la cappella fosse ben scoperta, la appoggiò correttamente con il lobo sinistro un po’ di lato rispetto all’ano, quindi spinse con un colpo di reni ben dosato mantenendo la deviazione; il lieve schiacciamento da un lato di quel muscoletto determinò la sua cedevolezza momentanea al centro, e la forza con cui la sua cappella dura era stata sospinta, ne ...
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