Montecalvario blues: "Gennaro Cusani alias giacomoleopardi"
Data: 23/02/2020,
Categorie:
Masturbazione
Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti
... tornite e brune, che immediatamente riverberavano sulla retina di Gennaro, ghermendone la voglia già eccitata. Eh sì, per la miseria, che pur il divino Giacomo se lo sarà tirato un raspone mentre indovinava le fattezze di Silvia sotto le vesti austere! Una raspa con tutti i crismi del caso, immaginandola prona davanti alla sua erezione prepotente, tenuta su da un afflusso copioso di sangue blu, proprio come la vide tempo prima di ritorno da una delle sue passeggiate solitarie – fantasticava Gennaro - curvo sui suoi passi e libri sotto al braccio ad appesantirne ulteriormente l’andatura sbilenca, quando, attratto da un tramonto porporino che calava lungo il Monte Tabor come bava, investendo di luce arancia ogni cosa che incontrava al suo passaggio, si diresse verso la rimessa delle carrozze, nei pressi della stalla, da dove gli parve di udire strani suoni. E affacciatosi sull’uscio, la vide, la bella Silvia «dagli occhi ridenti e fuggitivi», sprizzare vita e gioia mentre, bocconi su una balla di fieno, le vesti accartocciate sulla groppa, le candide brache alle caviglie, offriva un culo florido e tondo come il plenilunio al factotum della residenza, un giovane gagliardo e forte, dalla pelle olivastra, un saraceno tutto nervi e muscoli e cazzo, che se la fotteva alla grande tenendola stretta per i fianchi larghi da puledra, elogiando ad ogni affondo la consistenza di quelle chiappe michelangiolesche e le inequivocabili virtù di una fica idrovora, che sembrava stesse ...
... facendogli un pompino, da tanto che era stretta e umida. E vuoi vedere che il Vate illustrissimo non si sia slacciato la patta con la mano libera ed estratta la mazza già pronta non se la sia lisciata per benino? Massì, massì che l’ha fatto, proprio come l’ha fatto lui, Gennaro Cusani alias giacomoleopardi, quando Ciruzzo il meccanico ha fatto irruzione nella casa di fronte, della quale la madre è proprietaria, s’è sfilato la salopette di jeans macchiata di grasso e s’è scopato Giorgina sul tavolo della cucina, a beneficio di tutti e tre. La stessa situazione, solo che Leopardi, quello vero, ci ha scritto A Silvia, lui, Gennaro Cusani, invece, ci ha perso su diverse diottrie. C’èst la vie! La famiglia Cusani abitava nei Quartieri spagnoli, sulla salita del Montecalvario, luogo in cui ristagna la napoletanità più verace ma al contempo vi germina criminalità, prostituzione, camorra, un luogo saturo di vita in tutte le sue manifestazioni più violente e genuine, ma nel complesso poco proclive ad incoraggiare tra i suoi abitanti l’amore o soltanto l’interesse per i libri. Non si vuol fare di tutt’erba un fascio, ma la realtà scrutata da Gennaro, dall’alto della sua finestra, era pregna di volgarità, violenza, sporcizia. Contrariamente a quanto si possa immaginare, vista la discordanza della sua persona col quartiere, Gennaro amava quel posto, i vicoli stretti e bui, i palazzi scuri e decadenti uniti fraternamente da corde con panni stesi ad asciugare, il fracasso assordante dei motorini ...