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Una giornata al mare in famiglia (prima parte)
Data: 16/03/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: suntopless
... anche lui ascoltato tutta la discussione e che continuò “Anche se personalmente ho avuto il piacere di vederle le tette in passato perché siamo stati insieme per un breve periodo.” La discussione non durò ancora molto, almeno lì sul momento ed in spiaggia. La giornata al mare trascorse tranquillamente tranne che per questo particolare. Yoko si comportò in modo del tutto naturale fino a quando non la riaccompagnai a casa. Rimase tutto il tempo in topless e non mise più il pezzo di sopra del costume, sia per prendere il sole che per andare a rinfrescarsi in acqua che addirittura per giocare a racchettoni con me con le tette bene in vista e che sobbalzavano di continuo a causa del movimento. La discussione, com’era ovvio, non terminò lì. Ne continuammo a parlare il giorno dopo mentre eravamo soli e nudi dentro al letto. Io continuai a protestare con Yoko, soprattutto per il fatto che non mi aveva avvertito preventivamente. Lei si giustificò rispondendomi che non ci aveva minimamente pensato perché per lei mettersi in topless era talmente naturale, sin da sempre, che non aveva completamente pensato al fatto che potesse darmi fastidio. Mi chiese se il suo topless mi desse effettivamente così tanto fastidio e le risposi che non lo sapevo. Non sapevo se mi aveva dato più fastidio il fatto che non me lo avesse detto oppure il suo topless in sé. Era la prima volta che stavo con una ragazza che faceva topless e mi trovavo piuttosto confuso e spiazzato. Non sapevo ...
... bene quale era la mia opinione in tal senso. L’unica cosa che mi uscì fuori fu che mi piacevano da impazzire le sue tette. Mi ringraziò con un grande sorriso seguito da un bel bacio. Tornai all’attacco subito dopo dicendole che così come piacevano a me le sue tette probabilmente piacevano anche agli altri. Mi rispose che non le interessava più di tanto. Le interessava soltanto la mia opinione. Degli altri se ne infischiava. Le dissi che però i ragazzi la potevano guardare interessata, sia i suoi amici che gli altri bagnanti sconosciuti. Mi rispose ripetendo che non le importava. Era consapevole che poteva attirare l’attenzione dei ragazzi ma non se ne curava. Del resto, mi disse, i suoi amici ormai, dopo tanti anni che la vedevano con le tette di fuori, si erano sicuramente abituati. Mentre per quanto riguardava gli altri non le importava proprio nulla. “Cosa potrebbe accadere?” “Che per qualche tempo sognino le tue tette!” “Ed allora?” “Allora chissà quanti di loro tornando a casa si spareranno delle bellissime seghe pensando a te!” “E che mi importa?” “Non ti importa nulla?” “No, posso al massimo pensare che ho fatto del bene a qualcuno che non ha la possibilità di farsele fare le seghe!” e chiuse lì il discorso cominciandomi a baciare il collo e contemporaneamente afferrandomi il cazzo per tirarmi una splendida sega. Il risultato di questi discorsi fu comunque che, in un modo o nell’altro, avrei dovuto accettare la situazione. Mi ...