Bocca di miele
Data: 11/04/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Arzacchio
... pollici e proprio sopra il punto nel quale sono entrato, massaggio con le dita lubrificate, e sfioro, spero con la giusta pressione, accompagnando ogni movimento di bacino. E lei mi accompagna con le sue unghie nelle mie natiche, come se avesse paura che l’abbandonassi, che vada chissà dove, ma non sa che io vorrei rimanere dentro di lei per sempre, perché mi sembra la cosa più bella che il mondo possa regalarci, perché non capisco come possano altre cose in questa vita essere più belle del fare l’amore con lei. Non penso minimamente che in quel momento sto tradendo l’altra, forse lusingato dal fatto che ora anche la donna che sto amando, è nelle stesse condizioni delle mie, rispetto al suo uomo. Ma non ci interessa, e non so se anche lei ci sta pensando, forse no, forse magari sta pensando al suo uomo, ed io in quel momento sono solo un simulacro, una rappresentazione del suo compagno. Non posso continuare a pensare a quelle cose, devo solo lasciarmi andare ed entrare e spingere e cercare di sentire sempre più quei calori, ed aiutarmi a dimenticare infilando la lingua nella sua bocca e sentire il suo fiato caldo riempirmi e muovermi le guance come se stesse salvandomi la vita con una respirazione artificiale. Adoro il suo respiro e come quell’aria calda si impregna del suo odore, e come mi sembra che stiamo respirando la stessa aria, e la mancanza di ossigeno mi rende sempre più rosso, mi dà alla testa come se dovessi da un momento all’altro svenire. Come se sentisse i miei ...
... pensieri, porta la bocca al mio collo e mi morde, poi sul mio petto e mi morde ancora facendomi male, e la mia stretta sempre più forte fa si che porti la mia bocca sui suoi capelli, sempre immersi nel profumo più forte della sua pelle, che mi dice di baciarla e morderla e leccarla e digerirla dentro di me come quell’istinto di amarla che mi uccide fin da quando la incontrai la prima volta.
Amarla ancora, amarla sempre, se per sempre sono solo quelle poche umili ore in cui, soli, rimaniamo nudi nella notte a stringerci e rimanere stretti, ma mai fermi. Fuori dalla finestra semichiusa trapelano i suoni di una notte estiva, senza cani che abbaiano, senza antifurti che suonano inutilmente, senza quelle grida di amanti che possano risuonare tra le mura del cortile. Grida che non siano le nostre, che tratteniamo per pudore, perché il nostro piacere sia solamente ed esclusivamente il nostro, da non condividere con altri, curiosi o amanti delle altrui storie, fuori questa camera in penombra.
Mentre la penetro ancora, senza stancarmi di rigettare in me quello stimolo a farla finita, perché non voglio; spingendomi ancora ad entrare perché è bello osservare i suoi occhi che si chiudono e quando si riaprono mi fissano, forse con amore. È bello ascoltare quei “si! si!...” ritmati da ogni mio piccolo muovermi, ad ogni spinta della schiena. Rigettando fuori l’aria come se le facessi male, risponde ad ogni mio gesto in un modo che mi fa sentire orgoglioso, mi rende felice perché so, ...