1. Quello che vuoi da me - Cap. 3


    Data: 16/04/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Numero Primo

    ... quello che pensi, ma puoi solo sentire. E sappi che non verrò, sto solo passandomi il tempo mentre ti osservo. Un’ondata di calore mi invase l’inguine. Lasciamelo almeno sentire, ce l’hai duro per me... - Ogni cosa a suo tempo. - Sto già pensando di lasciarlo – riuscii a dirgli – te lo giuro. - Quando ne avrai la forza ne riparleremo. Per ora puoi prendere quello che ti concedo. Non voglio che tu prenda decisioni per me però. Se lo fai, deve essere per te. Ora dimmi se puoi sopportare ancora o non ce la fai più. Lo sentii alzarsi. Forse non si era rivestito, forse avrei sentito il suo cazzo nudo contro di me. - Se tu vuoi, posso resistere - Brava la mia patata... Patata mi piaceva, era una specie di vezzeggiativo che mi dava mio padre quando ero imbranata, e mi aveva fatto sempre sorridere. Lo feci anche quella volta. - Come prima volta con questi sei stata brava e coraggiosa. Ora te li toglierò, e sai che farà ancora più male. Allargò delicatamente la molla, e mi cedettero le gambe. Non riuscii a trattenere un grido, che soffocai schiacciando la bocca contro il braccio. Lui affondò la mano nei miei capelli dietro la nuca e mi obbligò ad un nuovo bacio. Accolsi la sua lingua che frugava dentro di me, immaginando il momento in cui avrei potuto sentire un’altra parte di lui nello stesso modo. Mi tirò lontano da sè, e rimasi a bocca aperta sperando che mi strattonasse ancora verso di lui. Invece, tenendomi così, sentii la sua mano prendere il morsetto superstite. - Non farmi ...
    ... questo. Griderò fortissimo...ti prego. - Non sono io a dovermi vergnognare se mi sentono i vicini... - Lo so, baaa.... Volevo chiamarlo bastardo, ma la voce mi morì in gola. Riaprì la molla molto più rapidamente, ed ancora una volta rimasi appesa alle corde, con la mano di lui ad impedirmi di cercare rifugio alla bocca. Gridai forte. - E’ finita ora...riprendi fiato Avrei voluto morderlo, mentre con la mano libera mi accarezzava dolcemente i seni. La circolazione che tornava a scorrere rendeva tremendamente doloroso quel flebile massaggio. Allentò la presa, mente la sua bocca si chiuse a succhiare dolcemente i capezzoli che lentamente tornavano a vivere. Mi chinai su di lui e trovai il suo orecchio, e glielo morsi con infinita gratitudine mentre con la lingua giocavo con la parte dentro la mia bocca. Si allontanò nuovamente. Nonostante la frustrazione per il piacere che ancora mi sembrava lontano, mi ricomposi. Cosa aveva in mente adesso? - Vorrei ripetere il trattamento al clitoride, ma non penso che lo sopporteresti. Tu che dici? Riprese a toccarmi debolmente tra le gambe, abbastanza per farmi sentire piacere ma non per farmi arrivare a venire. Mi stava tormentando - Pensandoci, non so se meriti di venire davvero. Sei d’accordo? - Posso parlare liberamente? - Certo. Sai che ne terrò conto fino a un certo punto probabilmente, ma puoi dirmi quello che vuoi. - La schiava sa che puoi fare quello che vuoi... – sentii che a quelle parole aveva accentuato la pressione, e mi avvicinai ...
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