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La Zia migliore del mondo
Data: 21/04/2020, Categorie: Incesti Autore: Angela Kavinsky
... pene viscido. I litri di saliva che Jenny aveva riversato sul membro di Martin lo rendevano ancora più bello. «Coraggio, dai!» disse Jenny. Aprii la bocca. «Zia!» disse Martin. Parlava di nuovo nel sonno. Avvicinai ancora le mie labbra al suo pene. «Zia cosa stai facendo?». Alzai lo sguardo verso di lui. Con le braccia all’indietro sorreggeva le spalle muscolose e mi osservava. Mentre Jenny iniziò lentamente ad allontanarsi da noi, io mi misi a piangere. «CHE COSA HO FATTO! CHE COSA HO FATTO! TI PREGO TESORO PERDONAMI!». Certo, ero consapevole che, di fatto, gli avevo solo afferrato il pene. Jenny glielo aveva succhiato per praticamente un quarto d’ora. Ma non potevo dare la colpa a Jenny. Benché fosse stata lei a convincermi a farlo, io ero responsabile delle mie azioni: avrei praticato del sesso orale a mio nipote di 25 anni. Martin si alzò dal divano, si alzò i pantaloni e mise via il pene completamente fradicio di saliva. Anche io mi alzai e, nella penombra, illuminati solo dalla luce quasi arancione della abatjour, lui si mise di fronte a me. «Ti prego zia smettila di piangere…». Si avvicinò in tutta la sua imponenza, come se una statua di Michelangelo avesse preso vita. Con le mani mi prese le guance e con i pollici asciugò le lacrime sul mio volto. Nonostante a Jenny la scena potesse sembrare ridicola (io sono ovviamente parecchio più bassa di Martin), io la trovai incredibilmente dolce, come se davanti a me vi fosse il mio principe azzurro. Mi baciò la fronte, mentre ...
... sentivo il suo pene duro contro il mio stomaco. «È giusto che tu sappia che ti ho sognata zia». Avrei potuto dirgli che lo sapevamo, ma avrebbe rovinato l’atmosfera. Avrei potuto dirgli anche che non era giusto, che io ero sua zia e lui mio nipote, ma la cosa sarebbe sembrata un po’ troppo da ipocriti visto che mi aveva beccato con il suo pene in mano e la mia bocca pronta a fargli da guanto. In quel preciso momento tutti e 3, perfino Jenny, che da protagonista si era trasformata in spettatrice, capimmo che le parole non servivano più a niente. Martin mi fece segno di coricarmi sul divano dove lui aveva dormito fino a 2 minuti fa. Io obbedii. Nel più completo silenzio si avvicinò a me e iniziò a slacciarmi le scarpe. Dolcemente le tolse e fece lo stesso con i calzini. Accarezzò e baciò dolcemente entrambi i piedi. Poi prese entrambe le gambe dei pantaloni e li tirò verso di sé, facendomi rimanere con le mutandine. Mi prese il piede sinistro e iniziò a baciarmi l’esterno del piede, poi la caviglia, poi il polpaccio. Si fermò un istante e mi sorrise. «Zia, anche solo poterti baciare i piedi è un sogno che si realizza. Non sai quante volte ho baciato ogni tua singola parte del corpo nei miei sogni…» A quelle parole iniziai a sentirmi come su un altro pianeta, con la gravità che cambia. Sorrisi e nella mia mente non pensavo più che Martin fosse mio nipote, ma che fosse l’uomo migliore a cui mai potessi concedermi. Mentre Martin leccava e massaggiava le mie gambe nude, iniziai a ...