-
La Zia migliore del mondo
Data: 21/04/2020, Categorie: Incesti Autore: Angela Kavinsky
... sentirmi BELLISSIMA. Il concetto di bellezza è tutt’altro che oggettivo, dopotutto. Forse ero sempre stata io quella bella, non Jenny. Forse ero io ad averla sempre vista bella: perché si comportava da troietta, perché non indossava le mutande sotto la gonna, perché gli uomini sapevano che lei ci sarebbe stata sempre per un pompino. E poi qualche tatuaggio, qualche piercing e una tonnellata di trucco e voilà, la donna più bella del mondo. Eppure, ero io quella che Martin desiderava. La timida dolce zia Laura. Jenny era lì, nella penombra, ad osservare la scena senza proferir parola. Di certo Martin l’aveva vista, ma non l’aveva nemmeno considerata. Era tempo che fosse Jenny a farsi i ditalini, mentre per una volta Laura sarebbe stata nel bel mezzo dell’azione. Martin mi venne sopra con il suo corpo gigantesco e mi tolse il maglione. Poi sbottonò la camicetta che tenevo sotto infine mi tolse il corpetto. Non indossavo il reggiseno e lui mi succhiò il capezzolo. Avevo la seconda di reggiseno contro la quarta di Jenny, e lui voleva me. Mi mise una mano tra i ricci biondi e mi baciò dolcemente. Sentivo il suo cazzo coperto dai pantaloni strusciare sulle mie cosce. Martin aveva avuto delle fidanzate molto belle, che sembravano quasi modelle. Era con me però (non con quelle come Jenny) che Martin non riusciva a trattenersi. Si abbassò i pantaloni e vidi spuntare sotto di lui quelle grossa mazza. «Posso metterlo dentro?». Feci sì con la testa e lui si affrettò a levarmi le ...
... mutandine. D’ora in avanti non era più questione di bacetti, ora si scopava. Misi in preventivo che mi avrebbe fatto male; non mi importava. Non avevo mai in vita mia avuto un uomo che, oltre a voler fare sesso con me, volesse, accecato dalla libido, “sbattermi”, ossia dimenticare ogni dolcezza e modo. Da come si stava preparando Martin una volta dentro avrebbe seguito solo il suo istinto animalesco. Iniziò a penetrare. Lo sentii allargarmi e salire su, e la cosa mi fece arricciare le dita dei piedi. Che la sua fosse un’eccitazione mai provata prima lo si capiva dal fatto che il suo era un movimento dentro/fuori troppo veloce. Sembrava il pistone di un grosso camion. Quel movimento veloce faceva muovere tutto il mio corpo sul divano. Non lo nego dottoressa: il dolore era tanto. Non era naturale che un pene così grosso potesse penetrare la vagina di una donna piccola e leggera come la sottoscritta. O perlomeno che non entrasse tutto. Ma io lo sentivo sbattere contro di me le sue grosse palle, segno che era tutto dentro. Ovviamente non me ne lamentavo. Il dolore era coperto dalla mia eccitazione e i valori si superavano di 100 a 1, quindi al diavolo qualche capillare rotto. Martin si alzò sopra di me. Non sarebbe durato ancora a lungo. Mi prese le caviglie e se le appoggiò sulle spalle muscolose. Sorridevo mentre guardavo i suoi occhi azzurri e il suo bellissimo volto sudato. Quando Martin lo tolse da me avevo già goduto abbastanza quindi ero pronta a venir sommersa dal suo nettare. ...