Soggiogato – niente ripensamenti
Data: 21/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: amante_deipiedi, Fonte: Annunci69
... entrati nella porta principale aveva un piccolo corridoio che dava su 2piccoli bagnetti. Samantha chiuse la porta alle sue spalle e diede una mandata con la chiave che normalmente era nella serratura.
“qui possiamo parlare. Ci son venuta a scopare un paio di volte, non ti sente nessuno. Almeno spero” disse lei, con un sorrisetto sarcastico “allora?? Cos’hai in quella testa di merda?? L’altra sera ti ho umiliato, ti ho insultato, ti ho portato al limite delle tue energie – tanto che mi sei svenuto sul letto come una pera cotta – e tu invece di essere incazzato… mi desideri ancora??”
“….” Rimasi zitto. Cosa potevo dire?? Cosa?? Provai ad accennare ad un “io non..”, ma ciò che rimediai fu soltanto un’altra sonora sberla in piena faccia, seguita da quella sensazione di metallico in bocca che qualche sera prima mi aveva accompagnato per gran parte della serata. Fu allora che abbassai la testa, sconfitto, non riuscendo più a reggere il suo sguardo.
“ok. Hai avuto fin troppe possibilità. Non te ne verranno più concesse, se è questo che vuoi..” mi disse, avvicinandosi gradualmente e prendendomi in maniera pacata ma decisa il capo fra le mani. “tu non sai. Tu non sai proprio un bel niente. Guardati: ti ho appena preso a schiaffi, hai il segno del mio anello sul labbro e continui ad essere in erezione. Ti ho insultato, ti ho usato, e tu osi ancora startene qui a sbavare sui miei piedi”. Mentre parlava, aveva iniziato a scandire le parole in maniera lenta, sensuale (quasi ...
... come se la persona che le pronunciasse fosse un docile angioletto), mentre altrettanto lentamente si stava avvicinando; e mentre lo faceva non potevo non pensare a quanto fosse bella, e a quanto desiderassi baciare le sue labbra. Non mi importava di ciò che mi stava facendo, iniziavo a pensare di meritarlo; mi importava soltanto essere li, in quel momento, con lei.
Era questo il significato della parola “Padrona”? Ancora non lo so. Quello che so è che più passavo de tempo con lei, più ero consapevole di esser diventato una sua proprietà, un suo possedimento; ruolo che, vi dirò, mi stava anche iniziando a piacere.
“tu non capisci” – continuò – “ti ho dato un piccolo assaggio di quello che posso fare di te. Mi sei svenuto tra le mani, anzi, tra i piedi, incapace di reggere una simile situazione. Continuando così ti porterò all’autodistruzione, T I S C O P E R O’ I L C E R V E L L O (scandì, avvicinandosi ormai al limite, arrivando a sfiorare la mia guancia con le sue dolci, sottili e perfette labbra) finchè di te non ci sarà rimasto niente!”
Non resistetti più: mentre si avvicinava a me aveva iniziato a sfiorarmi le guance, arrivando a giochicchiare con i lobi delle mie orecchie, sussurandomi ciò che avete appena letto. Il suo corpo perfetto, i suoi fianchi stretti e sinuosi mi erano a un passo; il mio capo era tra le sue mani, le sue gambe quasi a volersi intrecciare con le mie. Fu lì che non resistetti più, e mi avvicinai alle sue labbra nel disperato tentativo di ...