1. Soggiogato – niente ripensamenti


    Data: 21/11/2017, Categorie: Etero Autore: amante_deipiedi, Fonte: Annunci69

    ... lebbra che sfioravano le mie guance. Iniziò un a far vibrare un pochino il ginocchio, provocandomi ogni volta scosse di piacere immenso che risalivano da giù e mi si conficcavano nel cervello. Iniziai addirittura ad ansimare, rendendomi conto di stare con la bocca aperta e sbavante, mentre cercavo disperatamente di muovere il bacino per assecondare i movimenti del ginocchio. Lei non mi fermò, anche se ne avevo il timore, e così continuai in quella meravigliosa danza perversa; il ritmo si faceva sempre più elevato, il suo ginocchio sempre più deciso, speravo che quel momento non finisse mai per non doverlo interrompere e ritornare alla realtà.
    
    “visto cosa succede se fai il bravo?” - disse, dandomi un bacetto sulla guancia – “posso essere la tua più bella fonte di piacere, o posso torturarti finchè non ti piegherai a me. Dipende tutto soltanto da te. Ora da bravo, finiscila di fare questi versi pietosi, smettila di sbavare che mi fai schifo e …vieni. Hai il permesso per oggi”.
    
    E cosi fu. Non so se avevo retto fino ad allora per aspettare il suo permesso o fu un caso, fattostà che venni copiosamente, inondandomi (di nuovo!!) il jeans e la biancheria con fiotti di caldo liquido biancastro.
    
    Di colpo sentii tutta la stanchezza e il peso del mio corpo sulle gambe, che cedettero in un batter d’occhio facendomi ritrovare a terra, in un quel bagno della facoltà, distrutto e con una chiazza che si distingueva nettamente da sopra ai pantaloni. Rimasi ...
    ... appoggiato al muro senza la capacità di dire nulla, quando il silenzio venne interrotto dopo pochi secondi da Lei, la mia Dea, che mi porse la punta delle scarpe dicendomi di doverle baciare in segno di ringraziamento.
    
    E lo feci: con le poche energie che mi eran rimaste, mi piegai verso terra, cinsi la sua caviglia come se stessi cingendo il viso di una persona cara e mi dedicai a un lungo e profondo bacio alla punta delle sue scarpe. Sentivo il suo respiro, avvertivo i suoi occhi che mi scrutavano l’animo, avrei voluto vedere la scena dall’alto per poter capire a cosa mi ero ridotto.
    
    Ma sentivo di essere felice; per una delle poche volte nella mia vita potevo dirlo: ero felice! Talmente felice da farmi uscire dalla bocca una delle poche frasi che, se possibile, mi fecero cadere ancor più nel ridicolo: “grazie. Grazie Padrona…”, e mi rimasi a baciare.
    
    “non devi ringraziare me. Accetta definitivamente tutto questo. Ormai ci siamo dentro, fa parte di noi. Te l’ho detto l’altra sera: niente sarà più come prima.” E così facendo, tolse il piede da sotto al mio corpo e fece per andarsene.
    
    “Mia signora un attimo… voglio dire un ultima cosa” dissi. “… se posso …“, aggiunsi un secondo dopo.
    
    “dimmi” fece lei in tono pacato.
    
    “…..io la amo, mia Signora.” E nel dirlo, mi accorsi che una lacrima stava rigando il mio viso.
    
    “lo so” fu quello che disse Dea Samantha, prima di riaprire la porta del bagno e andarsene, lasciandomi li solo, sporco ma …..felice.
    
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