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Collaborare con il nemico
Data: 03/05/2020, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Autore: babbacombe_lee
... spettacolo.Conosco bene il maggiore, viene spesso al bar e ogni tanto converso con lui.Parla bene l'italiano, perché è stato diverse volte in Italia. è una persona educata, raffinata ed è anche un bell'uomo.In un frangente diverso troverei molto gradevole la sua presenza, ma ora, il dover stare legata davanti a lui, con il busto denudato, mi mette una certa apprensione, anche perché quelle �esse� stilizzate che decorano il colletto della sua giacca, mi ricordano che appartiene al corpo più crudele di tutto l'esercito nazista.�Peccato, è un vero peccato.�Ha aggiunto queste parole mentre si accende una sigaretta ed io, dopo aver seguito i suoi occhi, che puntano dritti ai miei seni nudi, grandi e sodi, ho un brutto presentimento.Aspira il fumo profondamente, due volte e poi fa cadere la cenere in eccesso.La punta della sigaretta è di un bel rosso brillante e, quando me l'avvicina, faccio appena in tempo a sentirne il calore.è questione di un attimo, preme una mano sulla mia spalla, bloccandomi contro lo schienale della sedia, mentre contemporaneamente poggia la sigaretta sul mio seno sinistro, poco sopra il capezzolo.Il mio grido rimbomba nella stanza disadorna, ma lui mantiene, contro la mia carne, la brace rovente, poi la fa girare.La sigaretta ruota e si sposta sulla mia pelle, continuando a bruciarmi, sta attento a non spingerla troppo per evitare di spegnerla, intanto mi parla.�E' proprio un peccato sciupare un corpo bello come il suo, ma se lei era in possesso di quei ...
... volantini, sarà senz'altro in grado di dirmi chi glie li ha dati e a chi li doveva consegnare.�Il tono della voce è tranquillo ed educato, non sembra affatto minaccioso, ma lui non mi sta minacciando, mi sta semplicemente torturando, causandomi un dolore insopportabile.La sigaretta si è spenta, ho gli occhi pieni di lacrime e guardo in basso, ho una ustione orribile a vedersi, lunga qualche centimetro, che descrive un arco intorno al capezzolo.Il maggiore taglia un pezzo di sigaretta con le forbici e la riaccende.Quando la poggia sull'altro seno io riprendo a gridare.�Basta, basta, per favore, dirò tutto.�Ma lui continua e la brace rovente riprende a tracciare il suo percorso che si lascia dietro una scia di pelle ustionata.�Bene, allora comincia a fare qualche nome.�Ho parlato, ho iniziato a parlare e non mi sono fermata più.Lui ha continuato con la sigaretta per un po', poi, quando ha visto che avevo ceduto, l'ha buttata in terra e l'ha schiacciata con il tacco.Ho reso una confessione completa, piena ed esauriente.Ho fatto i nomi di tutti, anche di Mario, dicendo dove era possibile trovare ognuno di loro, dove si nascondevano, dove tenevano le armi e gli esplosivi, non ho omesso nulla.Io parlavo e lui traduceva, ad alta voce, per il soldato che batteva a macchina la mia confessione.Ogni tanto mi fermava, poi quando il ticchettio del dattilografo smetteva, mi faceva cenno di riprendere a parlare.Il rumore di ogni singolo tasto premuto mi sembrava un colpo di fucile nel petto di ...