1. Collaborare con il nemico


    Data: 03/05/2020, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Autore: babbacombe_lee

    ... Mario o di uno degli altri partigiani, ma il dolore delle bruciature era troppo forte ed ho continuato a parlare.Ho denunciato tutti, quindici persone, dodici uomini e tre donne.Quando ho finito di parlare ho guardato meglio il mio petto, le bruciature sembrano superficiali, ma sono molto estese e la pelle annerita si sta spaccando in più punti, lasciando apparire il rosso della carne viva.Hanno finito con me, un soldato mi libera delle manette ed io posso finalmente slegarmi le caviglie.Il maggiore è uscito e sono rientrati i due soldati che mi hanno accompagnato questa mattina.Io vorrei almeno rivestirmi, ma loro mi trascinano fuori, con la camicia aperta e le tette che saltellano libere, per effetto dei loro strattoni.Non mi portano subito in cella, perché prima decidono per una ulteriore passata nella stanza con la scrivania.Questa volta sono solo loro due, Helmut non c'è, forse sta scrivendo alla sua fidanzata, ma sono sicura che non gli dirà che ha scopato con un'altra.Mi sbattono di pancia sulla scrivania, facendomi strusciare i seni ustionati sul legno ruvido, mentre mi sento abbassare le mutande.Mi scopano e ...
    ... mi inculano di nuovo, tutti e due, vanno di fretta e mi fanno abbastanza male quando me lo ficcano dietro, poi mi tirano su le mutande e mi rimettono in piedi.Mentre percorro il corridoio che porta alla mia cella sento tutto quello che hanno ficcato nei miei buchi, scendere lentamente e inzupparmi le mutande.Incrociamo Helmut che, osservando i miei seni, mi lancia uno sguardo dispiaciuto.Ancora pochi passi, la pesante porta di ferro si chiude alle mie spalle e sono sola.Per prima cosa mi sfilo le mutande, perché sono completamente piene del loro sperma, poi mi rivesto.Mi rimetto a posto il reggiseno facendo molta attenzione a non strofinare la stoffa sulle ustioni, infine riabbottono la camicia.La cella è piccola e scarna: un tavolato di legno che dovrebbe fungere da letto, un pitale di ferro smaltato ed una sedia con sopra un vassoio con un pezzo di pane ed una caraffa con l'acqua.Ho usato il pitale, ho mangiato il pane e bevuto metà dell'acqua, infine ho versato quella rimasta sui miei seni, dopo essermi aperta di nuovo la camicia, nella speranza di alleviare il dolore, prima di sdraiarmi sul tavolato ed addormentarmi. 
«12345»