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Iniziazione di un giovane soldato ateniese
Data: 15/05/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: RedTales
... quella morbida apertura togliendogli la verginità. Abdelkabir inarcò il bacino caricandolo e, come un arco teso, si spinse in avanti vincendo d’un colpo la forza che si opponeva e fermandosi subito al di la di quella stretta soglia che aveva ceduto di schianto. Nelle stanze echeggiò un lunghissimo urlo mentre Aethalas cercò di divincolarsi come un pazzo furioso per liberarsi di quella dolorosa presenza che sentiva dentro di lui e che gli stava squarciando il corpo. Soffriva terribilmente, si sentiva lacerato, come se una lama lo avesse aperto ma la stretta sui polsi lo costrinse a rimanere in quella posizione. Gridò e si lamentò per una decina di minuti ma tutto fu inutile. Il suo mentore gli parlò a lungo per consolarlo ma non ce la fece, anzi non riuscì proprio a sentirlo. Abdelkabir continuava a rimanere fermo, senza avanzare e assecondando i suoi bruschi movimenti tanto che per aiutarsi lo strinse con forza sui fianchi. Dopo un tempo che gli sembrò lunghissimo il lacerante dolore cominciò parzialmente ad affievolirsi anche se continuava a lamentarsi a gran voce con copiose lacrime che gli solcavano le guance. “Adesso passerà... Ora sei un uomo...” gli sembrò di percepire qualcosa. Stava cessando di essere concentrato solo sul suo dolore e qualcosa di esterno iniziava a palesarsi nella sua testa. Passò altro tempo e il dolore diminuì sensibilmente. Riuscì a parlare: “per l’amore degli Dei, vi prego, fate cesare questo tormento. Maestro, di a questo servo di ...
... uscire dal mio corpo. La sua presenza è qui con me, dentro di me. Fallo allontanare, te ne supplico!” Per tutta risposta ricevette solo vaghe parole di conforto mentre quel cazzo restava piantato nel suo culo per una manciata di centimetri ed un’altra ventina attendeva solo un ordine per proseguire il cammino. Anempodistos rimase assorto ad osservare quel pezzo di carne sprofondato nell’intimo di quel ragazzo che solo fino a poco fa viveva nella sua innocente incoscienza. Pensò che era realmente tanto grosso e lungo ma ritenne che era la cosa giusta da fare, anche per prepararlo a quanto avrebbe dovuto vivere presto ed anche perché gli era stato espressamente richiesto dal suo genitore che, essendo molto influente, doveva tassativamente essere assecondato. Con questi pensieri e con un altro sguardo d’intesa, fece l’ultimo gesto della mano che questa volta si abbasso completamente e il culetto fu completamente sfondato da quella massa rigida che affondò fino all’ultimo millimetro nel suo intestino. Le urla si alzarono ancora più potenti, lo scatto che lo fece rialzare fu così repentino che riuscì perfino a sfuggire alla presa dell’altro servo ma Abdelkabir lo teneva così stretto in vita che non ce la fece a liberarsi, anzi finì per affondarsi ancora di più. Provò a scalciare a dimenare le braccia ma tutto fu inutile. Vedendosi impotente difronte a tanto dolore si lasciò cadere in avanti accettando quella invadente presenza che lo riempiva e aspettò rassegnato il suo ...