Odette: oui je suis putaine, 5a parte (solo puta move soldi...)
Data: 10/06/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: sexitraumer
... puliti. Messer Lino amava indossare vesti pulite, non lussuose, e perciò facili da indossare per le incombenze burocratiche diurne.
“Avanti, venite avanti messere !...chi siete ?”
“Salve a voi mastro Giuseppe ! Son io, messer Lino, e son qui giunto per ricordarvi una cosa di una certa importanza caro Giuseppe…siete in compagnia vedo! Disturbo ?!”
“No, parlate pure caro Lino! In verità non vi attendevo, devo dire.”
L’uomo, un po’ più giovane di mastro Giuseppe, dai modi cortesi e sicuri, si guardò intorno, e salutò i presenti con un cenno del capo a tutti, tenendo il mano il proprio cappello a pieghe che si era tolto per salutare il titolare del forno, quando però non era ancora in vista…
“Io invece sì che vi attendevo…! Vi si aspettava all’intendenza questa mane, che dovevate rinnovare la permissione bimestrale di girare la notte, immune dalle ronde, per consegnar li pani…ma non siete passato ! Scade stanotte…cioè all’ora sesta dell’ultimo mattino come dice l’ordinanza del podestà…credevo lo sapeste…”
Mastro Giuseppe ebbe un attimo di smarrimento; poi ricordò di non aver svolto un importante incombente come quello, distratto come s’era, per aver trovato quella donnina insieme con la moglie Addolorata, sempre più smemorata ultimamente, con delle brevi assenze di mente…certo che anche lui…
“Avete ragione messer Lino. Son dolente, ma me ne dimenticai del tutto. Scade questa notte, dite ?”
“Certo mastro Giuseppe, per la somma dovuta son due lire il mese, ...
... per un totale di quattro. Si riscuote due la volta…come già saprete…non ve ne sarete dimenticato, vero ?!”
“Ma stanotte, posso girare ?”
“Sì, stanotte sì.
Ma domani notte, secondo la legge, no.”
“E domani ?”
“Pagando l’ammenda dovuta all’ufficio del podestà anche…ma rischiate di trascorrer la notte in gattabuia, poiché sarebbe seconda volta che vi dimenticate della scadenza…”
“Stiamo invecchiando caro Lino…”
“Chiedo venia: ma per l’età parlate per voi messere…”
“E a quanto ammonterebbe codesta ammenda ? Orsù dite ! “
“Dieci lire, più le quattro da pagarsi…”
“E se passassi l’indomani al comune ?”
“Non mi trovereste caro mastro ! Sarò richiesto altrove, e l’ufficio rimarrà chiuso. Non ho personale a cui lasciarlo.”
“Ditemi, giacché qui siete giunto di vostra sponte, non potrei pagarvi ora ?”
“Certo che diamine !…son passato apposta…dunque sarebbero cinque lire, caro Giuseppe…”
“Siete in fallo messer Lino, avevate detto quattro poc’anzi ! Ho qui dei testimoni.”
“Certamente che quattro vi dissi, ma parlavo della licenza sola. Una lira mi servirà per tacitar li due soldati della ronda, che da me informati che avete rinnovato la permissione pur non potendo esibire ricevuta, non vi fermeranno punto…”
“Cinque eh ?!”
“Perdonate Giuseppe, ma non è soltanto la legge; gli è che si affermarono certi usi da quando lo stipendio alli armigeri non vien pagato regolarmente. Se volete pagare a me, vi porterò la ricevuta domani l’altro al vespro ...