Margherita (nuova)dolcevita -parte 1°-
Data: 14/06/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: LoSguardoIndiscreto, Fonte: Annunci69
... farla finire”.
Era passato dal formale “lei” delle loro chiacchiere ad un confidenziale “tu”, mentre, nella calca dei passeggeri, i loro visi quasi si sfioravano e lei riusciva a sentire, in modo forte e chiaro, sia il profumo che emanava dal petto di Angelo, sia il suo fiato che le carezzava la bocca. E Margherita aveva deciso, in quell’istante, che la sua giornata non voleva finirla in un vagone della metropolitana, in mezzo al puzzo di gente di tutti i paesi.
“E quindi” stava dicendo, per gioco e provocazione, Margherita “le mie ‘mancanze’ come verranno punite? Mi darai tante sculacciate sul popò signore”, scoppiando in una risata.
“Innanzitutto smettila di ridere, perché adesso non stiamo più giocando” la aveva gelata Angelo “e dato che vestita da gran signora ti dai tante arie, comincia con lo spogliarti … vediamo se hai ancora voglia di fare la ‘grande’”.
“Non se ne parla neanc…” aveva provato a protestare Margherita, prima che Angelo le afferrasse la gola, senza farle davvero male, con la sua mano forte, spingendola contro la parete della cucina di quell’appartamentino che lui aveva vicino al centro della grande città e zittendola con un bacio tanto passionale che aveva un che di famelico, che le toglieva il fiato, che le infiammava il petto e le bagnava la fica. Una fica che, mentre lui la baciava quasi mordendola e succhiando la sua lingua e il suo umore, sentiva stretta nella mano di lui, che le aveva alzato la gonna e premeva sul cotone dei suoi slip e ...
... la carne coperta e rovente delle sue grandi labbra.
“Taci e spogliati” aveva detto Angelo, allontanando appena la sua bocca da quella di lei “adesso è il momento di obbedire. E di ascoltare” aveva aggiunto “il tuo corpo, le tue voglie. La femmina che sei e che stai tenendo in una gabbia”. La aveva portata sempre tenendola per il collo, con fermezza, ma in modo delicato, nel soggiorno e l’aveva spinta al centro della stanza, mettendosi seduto su una poltrona, di fronte a lei. “Spogliati. Obbedisci.”
“Sì …” aveva risposto Margherita con e guance in fiamme, lo sguardo abbassato sui capezzoli che sembravano voler esplodere ed il mare tra le gambe. “E non abbassare lo sguardo, non se non te lo dico io. Voglio guardarti negli occhi, voglio che mi guardi negli occhi mete ti spogli. E voglio che mi faccia venire una voglia tale che io non possa resistere.” Angelo la guardava fisso, con una luce negli occhi che lei non aveva visto in quelli di nessun uomo prima d’allora. “Provocami, Margherita”.
Nella testa di Margherita fu come un fulmine, qualcosa che la scosse: l’idea, l’occasione di essere non l’oggetto, ma il soggetto del piacere, il suo e quello dell’uomo che aveva di fronte, seduto elegantemente in poltrona, con una erezione che i pantaloni mal celavano. La desiderava. Desiderava lei. Per lui la sua bocca non sarebbe stata una qualsiasi bocca in cui scaricarsi prima che iniziasse la partita in Tv. “Va bene … mio signore” questa volta lo aveva detto con coscienza “Oggi ...