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I tormenti di nonna Marta (Parte dodicesima)
Data: 22/06/2020, Categorie: Incesti Autore: Marco Sala
... questa si mise a succhiarlo con avidità tanto che mi sentii trasformata, con una strana metamorfosi, in un uomo. Mi sembrava addirittura di percepire le leccate che dava alla cappella di gomma. Improvvisamente Agnese smise di succhiare e, quasi istericamente, gridò: “Presto scopatemi, inculatemi, non ce la faccio più!” Prendendo lei stessa l’iniziativa, mi fece stendere sulla schiena con il cazzo all’aria e, saltandomi a cavalcioni, lo fece sparire velocemente nella su vagina. Melania, capendo l’impazienza e la voglia della sua compagna, lubrificò il buchino di Agnese con la saliva poi, puntato il suo dildo contro l’ano, la penetrò senza troppe cerimonie, allungandosi poi sul suo corpo in modo da stringendolo tra noi due come un panino imbottito. In quella posizione io davo dei colpi di reni come un uomo, mentre la bella rossa, con la sua più recondita parte di maschio, si attivò per far raggiungere il piacere alla sua amata. Entrambe avevamo capito che mai figlia aveva bisogno di questa violenza per liberarsi da tutti i demoni che la assediavano, non ci importava se poi si sarebbe scoperta masochista, volevamo solo una cosa, darle tutto il piacere che in quel momento desiderava. Agnese era entusiasta e felice di essere alla mercé delle due donne che più amava, tanto che il suo piacere aumentò quasi istantaneamente quando io e Melania cominciammo a martoriare il suo ventre con i colpi dei nostri cazzi. La povera vittima prima si chinò verso di me cercando le mie labbra, poi ...
... si rialzò, girando un poco la testa, facendo lo stesso con quelle di Melania e, nonostante si lamentasse e gemesse dal dolore, ci implorò di metterci ancora più violenza. Melania allora la prese per i capelli tirandole indietro la testa. Raddrizzando il busto, mia figlia offrì seni e capezzoli alla mia visione. Potevo accarezzarglieli e soprattutto torturarglieli, allora allungai le mani e strinsi i capezzoli tra le dita così forte che lei iniziò ad urlare, ma non di dolore, di intenso piacere e godimento. Dopo questi minuti di intensa attività amatoria rallentammo il ritmo per riprendere fiato ma Agnese, anziché disimpegnarsi da noi ci esortò a ricominciare ancora più forte. Tutte e tre madide di sudore e senza fiato per la fatica, ricominciammo questo gioco amoroso con ancora più ardore, se possibile. Non so come successe, ma nella frenesia del gioco, rotolammo sul letto e, senza mai uscire dai buchini di mia figlia, io mi ritrovai sopra di lei e Melania sotto, che comunque continuava a scoparle il culo con il cazzo finto. Agnese era sotto di me come solitamente una donna sta sotto all’uomo, in quel momento il suo sguardo sembrava implorarmi e chiedermi piacere, allora per soddisfarla iniziai un frenetico “va e vieni” dentro di lei. In quel momento mi sentivo veramente un maschio, cercai di riprodurre tutti i movimenti, il più fedelmente possibile, che vedevo e sentivo faceva il mio Davide quando mi scopava. Quel diavoletto di un nipotino mi aveva da poco fatto scoprire un ...