1. Come parlarne? - Capitolo IV


    Data: 27/06/2020, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    Mi ci volle qualche minuto per riprendermi. Debora intanto commentò favorevolmente la pizza e, già che c’era, il servizio del cameriere, oltre che l’aspetto rustico e intimo del locale. Sinceramente non la ascoltai in quel momento. Provavo vergogna per quello che era successo, ma ero anche consapevole che, dall’altra parte del tavolo, c’era una ragazza che cercava di buttare giù i miei muri. La interruppi, senza neanche rendermi conto di dove fosse arrivata nel suo monologo. “Come ti è venuta in mente una cosa simile?” domandai. Chinò lo sguardo, tagliò un pezzetto di pizza e lo infilò rapidamente in bocca. Poi lo masticò lentamente. Guadagnando così del tempo per pensare ad una risposta. “Non sono arrabbiato” dissi. “Ti amo.” Si fermò con il boccone in bocca e mi guardò con sorpresa. Rimase ferma, incerta se dicessi la verità. “Debora, io ti amo” proseguii, “mi credi?” Annuì lentamente, ma era chiaro che si stesse domandando se non ci fosse sotto qualcosa e se la mia calma fosse solo apparente. Mi conosceva e sapeva che in situazioni simili, di totale imbarazzo a causa sua, di solito me la prendevo molto. “Come mai hai voluto farmi… ehm…?” lasciai sospesa la frase. Inghiottì: “Ne ho sentito parlare, ho pensato ti sarebbe piaciuto… tutto qui.” Allungai la mano verso di lei. La sua si posò nella mia. Gliela accarezzai. “Non hai idea,” dissi, “di quanto io sia andato vicino a…” riflettei, cercando le parole. “Al piacere?” domandò. “L’ho visto!” proseguì, lasciandosi andare ...
    ... ad un entusiasmo eccitato. “Non a quello,” mi affrettai ad interromperla, “cioè, sì, anche a quello, ma anche a…” trassi un profondo respiro: “Io vorrei che tu stessi con un ragazzo che ti faccia sentire sicura, non con un debole.” “Se vuoi diventare forte e farmi sentire sicura,” commentò, “allora potresti frequentare un corso per la sicurezza personale, e una palestra per mettere su un po’ di muscoli…” “Non parlo di questo” “Di quale sicurezza parli allora?” Sospirai: “Come fai a sentirti sicura accanto ad un ragazzo che si eccita inginocchiandosi davanti a te e leccandoti le scarpe?” Mi fissò, riflettendo. Prese tutto il tempo che le serviva per rispondere. E la sua risposta fu una domanda: “Quali pensi che siano le mie fantasie sessuali?” Rimasi in un silenzio imbarazzato. A dir la verità, non mi ero mai posto la domanda. “Immagino che ad una ragazza piaccia una situazione romantica, con un bel ragazzo, muscoloso, che le porti dei fiori, poi la prenda in braccio… e in un misto di forza e tenerezza la adagi sul letto, la baci… poi…” “La scopi con varie grida nella posizione del missionario, giusto?” L’autobus mi investì in pieno e senza frenare. Come poteva aver distrutto in un istante un racconto così ben decorato? “E secondo te,” proseguì, con tono sì basso, ma perentorio, “tutte le ragazze del mondo hanno le stesse… o meglio, la stessa fantasia? Di essere scopate nella posizione del missionario?” Debora mi guardò, quasi infastidita dalla mia banalità. “Sentimi bene, ...
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