1. Come parlarne? - Capitolo IV


    Data: 27/06/2020, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    ... se tu indossassi un corpetto di pelle, stivali neri con tacco a spillo e una frusta in mano.” Tentai di trattenere un sorriso divertito. Mi guardò allibita. Osavo davvero proporle una cosa simile? “Cretino!” esclamò. Ma poi sorrise: “Dicono sia divertente fare certe cose… Non so quanto divertirebbe te però…”. Allora puntò su di me i suoi occhi penetranti, continuando a parlare con tono malizioso: “Quindi deduco che ti piacciano certe cose... Ti eccitano, vero? Essere nella morsa di una ragazza sadica e spietata che ti userà fino a soddisfare i suoi desideri più perversi, senza curarsi delle tue suppliche? Per cui il proprio piacere conta più del tuo dolore?” “No!” risposi, nel disperato, quanto inutile, tentativo di farle capire che stavo scherzando. “Davvero, certe cose… non sono tagliato per certe cose… Sono un feticista puro io.” Mi fissò qualche istante ancora, indecisa. Terminammo le pizze, prendemmo il caffè, pagammo e partimmo. In macchina restammo silenziosi per un quarto d’ora circa. Capitava spesso. Non c’era bisogno di parlare per stare bene insieme. Eppure sentivo che stavolta avrei dovuto dirle delle cose. “Debora…” “Perché non accorci mai il mio nome? Perché non usi mai dei nomignoli con me?” “Deb va bene?” domandai. “De? D? DB? Ora?”. Mi venne spontaneo sorridere. “Hai capito quello che intendo.” Lasciai passare qualche istante e riprovai il mio discorso. “Hai presente prima? Al ristorante? Quando tu… tu stavi facendo… coi piedi…” “Cosa facevo coi piedi?” ...
    ... domandò, come se non avesse capito. “Insomma quando mi massaggiavi il… il…” “Non capisco,” disse, godendo nel fingere di non capire. “Davvero. Cerca di essere più preciso…” Lei si divertiva. Io no. Mi sentivo in imbarazzo. Era difficile per me parlare di cose intime. Per lei invece non lo era. E mentre io cercavo di evitare certi termini, lei faceva apposta a costringermi ad usarli. In alcune situazioni Debora mostrava certamente una buona dose di sadismo. “Vorrei spiegarti una cosa” ripresi. “ Ma non me lo rendi semplice.” “Perché non vai dritto al punto?” Pensai un istante. “Mi hai fatto passare un momento di piacere erotico come non avevo mai provato prima” dissi improvvisamente, tutto ad un fiato. “Sembrerebbe un complimento… Sono sorpresa… Poi mi sorprendi! Usare le parole ‘piacere erotico’…” “Mi sono sentito frenato dal fatto di essere al ristorante…” proseguii, “ma non so dove sarei arrivato se fossimo stati a casa… Ero incapace di resisterti… Avrei voluto non resisterti…” La sua mano lasciò il volante e si appoggiò sulla mia coscia. “Mi sento davvero privilegiato a stare insieme ad una ragazza come te. No, anzi, mi sento privilegiato a stare con te. Sono davvero felice che stiamo insieme…” Le sue dita si strinsero sulla mia coscia. Arrivò sabato. Debora mi aveva detto che sarebbe stata assente nel pomeriggio, perché sarebbe uscita con le ragazze per degli acquisti. Le ragazze, Roberta, Greta ed Elisa, erano le amiche delle medie. Nonostante tutto ciò che accade dopo la ...
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