Come parlarne? - Capitolo IV
Data: 27/06/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti
... fine della scuola, le strade diverse, i fidanzamenti, nonostante il mio sospetto che fossero amiche solo per interesse, sembrava che al contrario tutto andasse bene tra di loro. D’altronde, mi dicevo riguardo a loro, che non esiste la perfezione. L’importante era che Debora fosse felice. Forse la mia era solo gelosia in quanto, al contrario di lei, non avevo mai legato con i ragazzi del quartiere, perciò quando non stavo con Debora, restavo da solo. Nonostante mi avesse detto che sarebbe uscita, mi aveva anche detto di passare da lei perché aveva bisogno di una non meglio specificata “cosa”. Arrivai verso venti alle tre. Mi fece quindi salire in camera sua. A quanto mi aveva detto, i suoi avrebbero passato il weekend da sua sorella, nel Regno Unito. Perciò quella sera avremmo cenato insieme, ma con che cosa, era ancora da decidere. Soffrivo un po’ invece, all’idea di un pomeriggio che avremmo potuto passare davanti all’home theatre, lontano dai primi caldi pre estivi. Salendo, trovai la porta socchiusa. Bussai e mi affidai al fatto che dicendomi “avanti”, Debora sapesse cosa volesse significare. Invece, entrando, la vidi di schiena, in maglietta e slip neri in pizzo, piegata in avanti nella ricerca di qualcosa all’interno di uno dei cassetti del comodino. Involontariamente il mio sguardo si focalizzò sul suo fondoschiena e quell’immagine, in un solo istante, penetrò la mia mente e si impiantò nella mia memoria fotografica. Arrossendo violentemente uscii dalla stanza in ...
... tempo zero, socchiudendo la porta dietro di me, il più silenziosamente possibile. “Avanti”, sentii ripetere. “Sei sicura di essere presentabile?” domandai. La sentii scoppiare a ridere. “Questa domanda mi fa capire che mi hai già visto!” Aprii lentamente la porta, sbirciando per capire se si fosse coperta. Ma la situazione non era cambiata. Debora era solo più vicina, dato che si stava dirigendo verso di me. Con tutta una serie di litigi mentali, tentai di mantenere con gran fatica il mio sguardo sul suo viso, che appariva divertito. Mi abbracciò e mi baciò, stringendosi a me. Fui inondato dal suo profumo. Da quando aveva cambiato il suo look, avevo notato un ricambio anche nei profumi. Stava diventando più attenta al suo aspetto esteriore, eppure senza esagerare. Dopo i convenevoli mi guardò con aria da furbetta. La mia lotta intestina continuava e lei dovette accorgersene, visto il tono sensuale con il quale domandò: “Ti metto in imbarazzo, tesorino?”. Intanto la sua mano destra era finita sul suo orecchio e sembrava giocare con il lobo. Continuai a guardarla senza sapere bene cosa risponderle. Dalla mano cadde qualcosa che finì sul pavimento. Si scostò da me guardando in basso: “Ops, l’orecchino!”. Poi i suoi occhi tornarono nei miei, come se si aspettasse qualcosa: “Mi è caduto involontariamente. Per piacere, me lo raccogli?”. Inutile dire che il suo tono suonava falso come se lo avesse acquistato dai cinesi. Iniziai a sudare solo all’idea di scendere là in basso. Sollevò le ...