Come parlarne? - Capitolo IV
Data: 27/06/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti
... tesorino. Se pensi che il sesso tra noi debba limitarsi a me distesa sul letto e te sopra di me, altro che palestra e corso per la sicurezza. Domani andiamo in un sexy shop e ti regalo una bambola di gomma!” Trapassò con la forchetta e infilò in bocca un altro pezzo di pizza. Poverino, che tremenda fine fece tra i suoi denti. “Tra l’altro,” riprese, sempre sommessamente, sempre con tono duro, “è proprio per i pregiudizi di voi maschietti, che noi femminucce siamo più limitate nell’esternare le nostre fantasie. A partire dal classico playboy che tradotto al femminile diventa una troia. E si fermasse solo lì la cosa. Non parliamo di come vengono visti gli attori porno, rispetto alle attrici. Evitiamolo proprio. Ma se nell’intimità personale, col suo ragazzo, una si azzardasse a proporre qualche strana fantasia? Ah, scandalo!...Donna schiava, zitta e lava! Vero? Anche tu credi di avere la mente aperta, innalzando la bandiera del feticista. Ma non è così. Non hai la mente aperta nei miei confronti. Ogni volta che ho provato a… ad aiutarti… a spingerti, a lasciarti andare, non hai fatto altro che trovare scuse… sì, anche valide, lo ammetto, ma perché nel propormi non sono stata proprio geniale … comunque di fatto hai trovato scuse per tirarti indietro. Sei stato tu a dire che vorresti una ragazza che ti capisce, propositiva, che non ti dice di no perché le fa schifo, che non sia una missionaria sessualmente puritana… Hai davanti una ragazza che ti ama, come volevi, che non si tira ...
... indietro… Io non mi tiro indietro. O credi che lo farò? Fammi capire una cosa. Se non mi dai la possibilità di entrare nel tuo mondo, come pensi che possa rendermi conto se mi piace o no? E se poi mi piacesse davvero? Se stimolasse le mie fantasie? Se avesse GIÀ stimolato le mie fantasie? Ti dà così fastidio che sia io a prendere l’iniziativa? Allora ti propongo una cosa, chiara e semplice: vuoi leccarmi i piedi? Allora leccameli. Fammi sentire cosa si prova. Trova il momento migliore e fallo.” Detto questo sospirò e riprese a mangiare. L’autobus non solo mi aveva investito, ma aveva pure fatto retromarcia e avanti diverse volte. Mi aveva rifatto nuovo. Rimanemmo in silenzio per un po’. “Sei davvero una ragazza meravigliosa Debora, lo sai?”. Sollevò lo sguardo dalla pizza, oramai ridotta ai minimi termini. “Secondo me cerchi di essere accondiscendente” disse. “Mi vedi irritata e versi l’olio. Vero?” “No. Stavolta sbagli. Lo penso davvero. E poi non ti vedo irritata…” risposi, aggrottando le sopracciglia. “Ah no?” “Sei solo stanca penso,” proseguii, “anzi, credo tu sia un po’frustrata dal mio comportamento. Probabilmente vedi in me cose che io non vedo, e cerchi di tirarle fuori. E io te lo impedisco. Comunque ho visto i miei irritati diverse volte. Tu non sei irritata. Ti sembra di esserlo, ma non lo sei davvero.” “Io mi domandavo come fai a sopportare le mie uscite aggressive…” “Le sopporto bene. Forse però potresti venirmi incontro. Sono convinto che le sopporterei meglio, ...