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La vergine di ferro
Data: 26/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Edipo
... e del vino consentiva una vita comoda. La ferocia di chi può scatenare i propri istinti più bassi con la scusa di obbedire agli ordini della padrona. La viltà di chi preferisce voltare il capo da un'altra parte e non vedere e non sapere. E tuttavia viene il momento in cui si dice: i tempi stanno cambiando. Poi magari cambiano per finta o solo per poco, ma quel poco è sufficiente per la rovina di qualcuno. Il nostro sovrano morì e gli succedette il fratello che subito affermò che molti nel paese si erano approfittati della bontà del suo predecessore ma che adesso avrebbero dovuto cambiare registro o fare i conti con lui. E questo, aggiunse, valeva per tutti: dal primo grande del regno all'ultimo dei pezzenti. Così le mie lettere sugli orrori del castello e anche altre segnalazioni che erano giunte nel corso degli anni, vennero riesumate e prese in considerazione. Il re chiese conto al governatore della provincia del perché la contessa non fosse stata chiamata a rispondere dei suoi delitti. Il governatore era lontano cugino di Saurimonda e aveva sempre chiuso un occhio sulle dicerie che circolavano sulla parente ma stavolta doveva rispondere in prima persona al sovrano. Sapeva per esperienza che la cugina avrebbe negato le accuse e con la sua consueta superbia avrebbe detto che nessuno aveva il diritto di giudicarla. Allora convocò tutti i parenti della contessa, a cominciare dal genero, e si consultò su come procedere. Alla fine si decise di indurre la donna a ritirarsi in ...
... un feudo lontano e isolato dove l'eco delle sue malefatte si sarebbe perso e tutti l'avrebbero dimenticata. Ma a rompere gli indugi fu il capitano di giustizia inviato direttamente dal re, stanco delle esitazioni del governatore. Così una spedizione con molti uomini armati guidati dal capitano e dal governatore giunse al castello. Era una gelida mattina autunnale e li vidi arrivare come gli angeli della vendetta che finalmente si abbatteva sulla contessa. Da poco avevo scoperto il fine ultimo di tanta ferocia, la ragione dell'uccisione delle ragazze, del loro sventramento e dissanguamento. Il frutto rosso della loro morte serviva alla contessa per lavarsi il corpo e immergersi in vasche che ne erano ricolme. Non so come le fosse nata la convinzione che il sangue delle vergini rendesse la pelle lucida e trasparente, che potesse regalarle l'eterna giovinezza. Centinaia di giovani donne furono sacrificate all'utopia di bellezza di una donna malata che aveva eretto a legge il suo capriccio. L'orrore, l'orrore. Videro i muri coperti di sangue, sentirono il fetido odore di morte. Videro gli strumenti della tortura, le vasche ancora sporche di rosso. Videro la vergine di ferro. Trovarono tre ragazze ancora vive, nude, il corpo graffiato e striato di linee vermiglie dovute alle verghe, quasi morte di fame e di freddo. Confessarono che da settimane non ricevevano cibo e che erano sopravvissute mangiando la carne di qualche loro compagna di sventura già morta. I visi degli inquisitori ...