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Tavernicoli
Data: 01/12/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: VicentinoGrey, Fonte: EroticiRacconti
... il mobile vicino dove aveva sistemato lo scudiscio e la colpì su una natica. Poi sull’altra. Francesca percepì il calore che si irradiava piacevolmente dalla pelle arrossata e non mollò la presa. Altri colpi fecero seguito ai primi e poi altri ancora di intensità crescente. La donna non desisteva. Gli schiocchi rimbombavano nella stanza, acuendo il clima di esplicita perversione che aleggiava nell’aria. Giulio patì volentieri lo sgradevole pompino perché abbondantemente ricompensato dagli sbuffi d’aria che uscivano dal naso della donna ogni qualvolta un nuovo lembo di pelle si tingeva di rosso. Per l’uomo era assai stimolante avere una schiava che godeva platealmente del dolore inferto. Sapeva benissimo che stava progressivamente alzando la potenza e quindi si stava avvicinando alla soglia in cui la miscela piacere-dolore si sarebbe ribaltata nell’intollerabile dolore -piacere, dove cioè la componente principale della pena prevaricava lo stimolo stuzzicante della fustigazione. L’uomo stimò che aveva inferto ormai una cinquantina di colpi e decise di porre fine alla tortura forzando i colpi. Prima di alzare il braccio per farle volutamente del male, la invitò per l’ultima volta a eseguire l’ordine che aveva ricevuto. “Me lo vuoi ridare, ora, troia?”. Il tono e il timbro con cui pronunciò la domanda stavolta evidenziò la voglia di rimarcare la poca moralità di Francesca. Lei non intuì che il colpo successivo sarebbe stato ben diverso dagli altri e quando ...
... arrivò crudele, improvviso, spietato e doloroso, strillò. Non tolse però la bocca, benché avesse smesso di succhiare. Arrivò così una seconda scudisciata che le fece strizzare gli occhi e urlare nuovamente. La donna lasciò libero l’uomo che ora però decise di darle una lezione. Le prese i polsi e glieli alzò sopra la testa. I seni si tesero e Giulio li frustò col vigore sufficiente solo a rendere la pelle di un bel color fucsia. Francesca strillò solo la prima volta per l’inaspettata svolta che aveva preso il suo rapporto con l’uomo. “Ricorda che sei e sarai sempre una schiava, quando verrai qui, in questa stanza. Se non obbedisci, la conclusione è una sola: arriva la punizione. Sta al padrone decidere se sarà corporale come in questo caso oppure degradante o umiliante per la tua personalità”. Dopo una ventina di colpi, Giulio le liberò i polsi e la guardò negli occhi. Non trovò odio né disapprovazione. Non vide astio né condanna. Oltre il luccicore che il dolore inferto aveva sicuramente fatto emergere dalle ghiandole lacrimali, Giulio colse la riconoscenza per la straordinaria esperienza vissuta. Le diede una mano e la aiutò ad alzarsi. Poi la abbracciò e le sussurrò all’orecchio “Non ho mai provato tanta passione per una schiava prima di averti conosciuta. Mi hai regalato emozioni bellissime. Ringrazio il destino per avermi permesso di conoscerti”. Francesca lasciò scorrere le lacrime sulle guance e poi lo baciò con ardore. “Grazie a te, mio signore”.