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Il primo vero amore
Data: 11/09/2020, Categorie: Incesti Autore: Tara Bulba
La prima volta che barattai il mio sesso per ottenere del denaro, ero giovanissima, una sorellina dalla quale mio fratello Adamo, si era fatto segare per la modica cifra di dieci euro, l’equivalente per ottenere una ben misera ricarica telefonica. Non nego comunque che, l’esperienza facile, oltre ad avermi eccitata in modo più che straordinario, mi aveva indirizzata verso una strada assai pericolosa, poiché poteva condurmi verso una meta oltre la quale esiste un burrone interminabile. Mi ero ripromessa che quella sarebbe stata la prima ed unica volta che mi sarei venduta, ma poiché, c’era un concerto di un cantante famoso, e le mie compagne di classe non sarebbero certo mancate, la sottomissione sessuale si trasformò nel classico succhio, al quale però imposi un limite invalicabile: “ niente ingoio …! ” che si avverò ma solo in parte, visto che le primissime gocce mi raggiunsero la gola inavvertitamente e con una velocità tale da essere costretta a deglutirle se non volevo soffocare. Azione che gli costò un deca in più e la promessa che quella sarebbe stata l’ultima volta. Ed in effetti era stata l’ultima volta che l’avevamo fatto nascosti nella baracca per gli attrezzi, nel giardino della nostra villetta, alla periferia di Rimini, dove nostro padre ci aveva scoperti per una tragica evenienza: era venuto a prendere un attrezzo da giardino per imprestarlo al vicino che doveva fare dei lavori nel suo giardino. Quando aveva aperto la porticina, ero inginocchiata di fronte a ...
... mio fratello, che ancora gocciolava dal membro. La sorpresa era stata così tremenda che non era stato capace di dire una sola parola. Aveva preso l’attrezzo e se n’era andato frettolosamente, lasciando la porta che si era richiusa da sola lasciandoci senza fiato, fermi a considerare quale sarebbe stato il comportamento da assumere se avessimo avuto la sfacciataggine di rientrare in casa. Contrariamente a ciò che avevamo fantasticato noi, il babbo, non disse nulla nemmeno alla mamma e si comportò con noi come se nulla fosse successo. Mio fratello, dopo un paio di mesi, se ne andò a vivere per conto suo, ed io, ritornai a sdraiarmi sul divano, appoggiando il capo sulle gambe di mio padre quando guardavamo lo sport o qualche film sulle reti private. Una sera, che la mamma era andata a trovare mia sorella perché non stava bene, dopo una telenovela, sulla stessa rete ebbe iniziò un’ altro film, “ Histoire d’O ”, programma con il bollino rosso, non indicato per i minori. Ero così comoda e non interessata che quasi mi stavo addormentando quando avverti qualcosa muoversi sotto la mia guancia destra. Non mi ci volle molto a capire la ragione di tale movimento quando guardai la scena che scorreva sul monitor del televisore. Delle bellissime donne, vestite con strani abiti che lasciavano scoperti glutei e la vagina, si sottoponevano ai loro padroni senza possibilità di guardarli negli occhi o sul viso, e pronte a farsi profanare davanti o dietro da chiunque avesse voluto prenderle. Una ...