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Il primo vero amore
Data: 11/09/2020, Categorie: Incesti Autore: Tara Bulba
... visto che ne aveva usufruito un paio di volte. Quando arrivai a casa sua era in compagnia di altri tre amici, intento a giocare a Poker. “ Beh, non importa, torno un’altra volta ”, avevo detto senza nemmeno entrare in casa. “ Ma no, vieni, tanto abbiamo quasi finito …! ”, mi aveva informata rivolgendosi agli altri del tavolo che assentirono solo abbassando il capo. Infatti, poco dopo, fecero i conti e risultò che mio fratello aveva perduto circa mille euro. “ Ora dispongo di settecento euro, amici, ma domani vi salderò il debito, promesso ”, assicurò loro. “ E no, mio caro ... Gli accordi presi prima di iniziare a giocare, erano ben chiari. Nessun sospeso ”, gli avevano risposto con un’aria minacciosa sul viso. “ Tu, hai dei soldi, Tara? ”. “ Soltanto cinquanta euro, fra … ”, gli avevo offerto, proprio perché non avevo altro denaro oltre al poco che mi aveva dato la mamma come paghetta settimanale. “ Un modo ci sarebbe per saldare il debito, amico: prestaci tua sorella un paio di orette …,e dopo saremo pari ”, aveva proposto uno di loro, sbavando di lussuria. Adamo mi aveva osservata senza dire nulla, ma con lo sguardo di un condannato a morte. “ Per acconsentire devono promettermi che nessuno di loro tenterà di impalarmi. Soltanto davanti in bocca e sul seno … ”, avevo proposto, ricordando il dolore lancinante provato l’unica volta che il mio ex ragazzo aveva tentato di profanarmi l’ano. “ Inoltre, tu non puoi assolutamente partecipare …, Adamo. Sei in castigo per ...
... esserti venduto tua sorella, carne della tua carne ”, le imposi, più per una forma di rivalsa che per punirlo. Il materasso nel letto di mio fratello, non era affatto morbido come quello in camera mia, ma l’impegno che mi ero presa, non lasciava spazio a contestazioni di quella caratteristica. I tre mi avevano sollevata, posata sul letto, spogliata completamente e sottoposta ad ogni ignominia sessuale inconfessabile, spassandosela soprattutto con la mia vagina, o con lo spacco fra i miei glutei, senza però mai affondare in me come dagli accordi presi in precedenza. Ad infrangere il patto fu mio fratello il quale, mentre ero adagiata sul membro di uno dei suoi amici, mi era giunto alle spalle, mi aveva leccata a lungo il solco ed il buchino roseo del mio culetto, e poi, con un colpo violento, mi aveva sodomizzata in un modo forsennato facendomi urlare per il dolore. Il peggio però avvenne in un secondo momento, quando anche i suoi creditori vollero approfittare dell’occasione venutasi a creare, ed offrirono persino del denaro a mio fratello per allargarmi con cura la parte che ormai ricordava lontanamente la verginità. L’unico piacere di quel momento fu la consapevolezza che quando tutto sarebbe finito, avrei posseduto centocinquanta euro, cinquanta euro per marchetta, e la possibilità, da quel momento in poi, di non soffrire le pene dell’inferno quando lo avrei nuovamente dato a altri estimatori di quel lato femminile innaturale. Quando rimasi sola con mio fratello, affrontai il ...