1. Il primo vero amore


    Data: 11/09/2020, Categorie: Incesti Autore: Tara Bulba

    ... scena, che aveva agitato tantissimo mio padre, ed anche me che, per riflesso incondizionato, adagiai meglio il capo sul suo virgulto che si stava svolgendo in tutta la sua ampiezza e durezza. Non sono certa se mio padre rimase fermo per fingere che non stesse accadendo nulla oppure se gradisse il peso del mio capo sul suo glande, ma so soltanto che io incominciai a muovermi sul suo perno con sempre più lena, talvolta sospirando, lanciando fiato caldo sulla patta leggera del suo pigiama, fino a quando, la mia guancia, si adattò ad un liquido caldo e piacevolmente odoroso, evaso dalla stoffa copiosamente. “ Scusami tesoro. Mi scappa . Devo andare subito in bagno …! ”, mi disse, tentando di confondere l’accaduto con un’incontinente realtà. Conoscendo la sua integerrima ed anche severa personalità, temevo di avere frainteso la sua reazione erettile con una patologia comune agli uomini adulti. Un tantino delusa dall’esaltazione che mi aveva spinta a credere d’essere un’abile femmina irresistibile, benché l’innaturale fonte dalla quale l’avevo pretesa, mi ero ritirata in camera mia per scrivere sul mio diario l’amarezza di quella serata. “ Non nego ”, avevo scritto, “ che la creduta possibilità di avere eccitato persino quel manifesto emblema di rettitudine e moralità, mi aveva esaltata molto e fatta evadere dalla concezione di famiglia normale. Chissà quale opinione si è fatto di me ? ”, mi ero chiesta, un po’ prima di addormentarmi. Gli incubi vissuti nei miei sogni, quella ...
    ... notte, mi avevano posta su un carro trainato dai buoi, legata ad un palo e condotta come se fossi stata una strega verso una catasta di legno dove sarei poi stata bruciata viva per colpa degli incesti subiti dai miei familiari. Poco prima che attizzassero il falò, mi ero svegliata di soprassalto, madida di sudore, obbligata a recarmi ai servizi per farmi una doccia. Avevo appena iniziato ad insaponarmi quando mi accorsi di aver lasciato la porta del bagno appena socchiusa, al di là della quale, due occhi luccicanti mi stavano osservando con interesse. Non avevo dubbi, soltanto mio padre c’era in casa, pertanto quegli occhi soltanto suoi potevano essere. Con noncuranza iniziai ad insaponarmi i glutei piegandomi in avanti per detergere bene anche il mio buchino posteriore, per poi girarmi e passare alla mia passera, alla quale concessi anche l’intrusione di tutto il tappo del flacone dello shampoo, di misura simile a una tazzina da caffè, voltata al contrario, lamentandomi falsamente, come se stessi per avere un orgasmo. Volevo mostrargli che ero eccitata e pronta a ricevere un maschio, chiunque esso fosse; perfino lui in quel momento, benché l’incesto non fosse il migliore modo per sfogare la propria sessualità emergente. Quando risollevai lo sguardo intenzionata ad invitarlo ad entrare, gli occhi erano spariti, devastando per la seconda volta le mie fantasie sessuali. Per confidarmi, ero andata a trovare mio fratello Adamo. Lui era l’unico a cui potevo raccontare i miei pruriti, ...
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